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I Popolari, su spinta della componente spagnola, stanno alzando un vero e proprio muro contro Ribera e pretendono almeno che – prima di essere confermata dall’Eurocamera – si sottoponga alla gogna nel Parlamento spagnolo per l’alluvione di Valencia
Si scrive Fitto, si legge Ribera. Già, perché a sorpresa il vero blocco che impedisce di trovare una maggioranza all’Europarlamento per confermare i sei Vicepresidenti esecutivi della prossima Commissione non è costituito dal politico salentino, ma dalla socialista spagnola Teresa Ribera. Ministro per la transizione ecologica in patria, responsabile per la gestione dei fiumi, è finita sul banco degli imputati politici per la drammatica gestione dell’alluvione di Valencia.
Per questo i Popolari, su spinta della componente spagnola, stanno alzando un vero e proprio muro contro di lei e pretendono almeno che – prima di essere confermata dall’Eurocamera – Ribera si sottoponga alla gogna nel Parlamento spagnolo, da cui finora è sapientemente sfuggita. Si spiega soprattutto così l’impasse in cui è precipitata la “maggioranza Ursula” (popolari-socialisti-liberali). In questo quadro Fitto diventa un utile diversivo per la sinistra europea – Pd compreso – per provare a rendere il prossimo esecutivo Ue “un po’ meno di destra”.
Intanto a destra si tiene il punto. Per bocca del capodelegazione Carlo Fidanza, ieri i meloniani hanno ovviamente promosso a pieni voti l’audizione di Fitto e hanno ribadito il loro sostegno a Ursula quando a fine novembre si tratterà di confermare l’intero collegio dei commissari. Una scelta ritenuta scontata da Via della Scrofa, perché così sempre fanno i partiti che esprimono un Commissario, tanto più in questo caso con il Commissario che sarà anche Vicepresidente.
Ed è proprio sulla Vicepresidenza a Fitto che va in scena l’ultimo scontro di giornata. Il Pd, per bocca di suoi autorevoli esponenti, minaccia di non votare la Commissione insieme a tutti i socialisti se non verrà tolta la Vicepresidenza a Fitto, “reo” di far parte di ECR che a luglio non votó Von der Leyen. Una presa di posizione che ha spinto addirittura la stessa Meloni a intervenire con un post durissimo con il quale chiama in causa direttamente Elly Schlein (silente sul tema per tutta la giornata di ieri).
Come si può – si ragiona nell’entourage di Chigi – aggredire la Vicepresidenza ottenuta da Meloni per dare all’Italia una rappresentanza paritaria a quella di altri Paesi come Francia e Spagna? In attesa che l’impasse si sblocchi, principalmente sull’asseMadrid-Bruxelles, i meloniani hanno buon gioco a sintetizzare la giornata di ieri con la formula “Il solito Pd anti-italiano, che antepone gli interessi di partito a quelli nazionali”. Si attendono parole definitive da Elly Schlein.
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