Rinnovo Patente? Facile ed Economico

image

Il titolo in Borsa è sempre in ribasso del 11% rispetto all’inizio dell’anno, ancorato intorno ai 0,25 centesimi di valore

Gennaio e febbraio si prospettano come mesi intensi per Tim e per le sue future strategie. Si parte il 15 gennaio con una riunione del cda della società guidata da Pietro Labriola per esaminare l’offerta del Mef e Retelit, gruppo Asterion, per Sparkle, la società dei cavi sottomarini quinta al mondo sul fronte della connettività internazionale con oltre 600mila chilometri di rete. La delibera per approvare, si pensa, l’offerta da 700 milioni dovrebbe arrivare nel cda del 22 gennaio, anche perchè l’offerta scade il 27.

Poi ci sarà il cda sui conti e la presentazione del piano industriale prevista per il 13 febbraio dove potrebbe essere presentata una divisione del gruppo in entità separate per il Consumer, ossia gli abbonati fissi e mobili, Enterprise, servizi per le aziende, e ovviamente il boccone pregiato che macina utili ossia Tim Brasil.

Un’altra data importante per Tim è il 20 gennaio che rappresenta la scadenza data dalla Corte di Appello di Roma, per negoziare con il governo un accordo sulla restituzione del canone 1998 che frutterebbe alla società circa 1 miliardo di euro, una cifra importante che permetterebbe, secondo gli analisti, un ritorno al dividendo per il 2025 (con pagamento nel 2026) e per ridurre ulteriormente il debito che, nonostante la cessione della rete resta alto, circa 8 miliardi di euro.

Sullo sfondo la possibile cessione della quota del 23,7% in mano ai francesi di Vivendi per la quale ci sarebbero state manifestazione di interesse da parte di fondi di private equity come Cvc e Capital Partners. Da sottolineare che Tim non paga il dividendo da tre anni per le azioni di risparmio che per statuto invece lo dovrebbero ricevere.

Con la vendita della rete si pensava che le azioni di risparmio avrebbero potuto essere remunerate ma Tim, nei primi sei mesi del 2024, ha già accumulato perdite per circa 800 milioni e infatti il titolo in Borsa è sempre in ribasso del 11% rispetto all’inizio dell’anno, ancorato intorno ai 0,25 centesimi di valore. Tra le sfide del 2025 per Tim anche la fusione tra Fastweb e Vodafone che significa maggior competizione sul fronte dei servizi alle imprese e anche negli abbonamenti a banda ultralarga per il fisso.  

Da segnalare anche la convocazione, il 12 febbraio, di un Tavolo nazionale sul settore delle telecomunicazioni da parte del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, d’intesa con il ministro del Lavoro Marina Calderone. La riunione ha la finalità di condividere obiettivi e modalità per una gestione strutturale della fase di transizione che il settore delle Tlc sta attualmente affrontando. 

Leggi anche/ Versace in vendita dopo il flop americano: solo italiani e francesi sanno far crescere i brand – Affaritaliani.it

Rinnovo Patente? Facile ed Economico

Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet