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Butti vuole fare una gara per la sperimentazione satellitare in aree remote. Si comincia dalla Lombardia 

 

Dovrebbe essere la Regione Lombardia la prima a sperimentare nelle aree montane dove è difficile posare la fibra una connessione satellitare via Internet. Lo spiega il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per  l’innovazione tecnologica Alessio Butti che, coadiuvato da una  uno staff tecnico, sta approcciando questa possibilità per completare il ben noto piano Italia a 1 giga che per essere finanziato con i 3,65 miliardi di fondi del Pnrr deve essere completato entro il giugno 2026. I lavori, che sono stati aggiudicati tramite gara a Fibercop e Open Fiber, sono in ritardo e sarebbe per questo motivo che il governo Meloni ha elaborato un piano B  per l’installazione di Gateway satellitari in punti difficilmente raggiungibili da una infrastruttura in fibra. “Faremo una gara ad hoc per la sperimentazione a cui potranno partecipare tutti gli operatori satellitari”- ha detto Butti.

Certo c’è un problema che sta già causando notevoli polemiche tra maggioranza e opposizione ossia che c’è un solo operatore satellitare al momento in grado di fornire un servizio adeguato  a una simile richiesta, ossia Starlink che è di proprietà di Elon Musk. Dunque il servizio satellitare che vedrebbe interessata Starlink  non sarebbe diretto nelle case (del resto è già possibile avere un simile abbonamento a circa 29 euro al mese più installazione di apposito kit satellitare a 300 euro)  ma per realizzare un Gateway dedicato.

In pratica un punto di connessione con relativo “shelter”, ossia un luogo fisico dove sistemarlo,  senza però dover scavare per realizzare la rete. Si tratterebbe dunque di una porta di ingresso alla rete in fibra, ossia al backbone. Da li poi, ci è stato spiegato, tutti gli operatori potranno attivare un abbonamento con i clienti finali. Un apparato che non sarà di facile realizzazione ma, secondo Butti, consente comunque a tutti gli operatori di potersi disputare i (pochi) utenti che saranno interessati dalla connessione a banda ultralarga in aree remote. E verrà pure fatta una gara per la realizzazione dei cosiddetti Shelter, coperture a cui potranno partecipare le società che realizzano infrastrutture di rete. 

Il finanziamento per la sperimentazione, regione Lombardia dovrà scegliere le aree interessate, sarà finanziato dalla regione stessa e dal Dipartimento per la trasformazione digitale che fa capo a Butti.   Il sottosegretario ha parlato a margine della presentazione dei nuovi progetti di copertura ad alta capacità per voce e dati indoor (Das-Distributed Antenna System) negli ospedali delle province di Como e Lecco per una migliore ricezione del segnale mobile all’interno degli stessi che saranno realizzati dalla società delle torri Inwit. “Siamo già presenti- ha detto Diego Galli, direttore generale di Inwit- in 125 ospedali con servizi già attivi per i clienti di Tim e Vodafone ma aperti a tutti gli operatori”. 

Nel corso dell’incontro è stato sottolineato che le antenne poste da Inwit non causeranno nessun inquinamento elettromagnetico, pur essendo una rete molto estesa composta da piccole antenne (ad esempio il Sant’Anna di  Como ne ha 75mila per coprire una superficie di 75mila metri quadri) e, ovviamente non produce nessuna interferenza con gli apparecchi medicali. 

 

 

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