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Chiara Petrolini, settimana decisiva per la giovane mamma accusata di aver ucciso e sepolto due suoi neonati. Al via il ricorso dei suoi legali contro il carcere
Per Chiara Petrolini, la mamma di Traversetolo – in provincia di Parma – accusata di aver ucciso e sepolto i suoi due neonati in giardino, la prossima settimana potrebbe vedere l’apertura delle porte del carcere oppure il rigetto del provvedimento varato lo scorso 17 ottobre dal Tribunale.
Ma allora perché Chiara fino ad oggi non è mai andata in carcere? Per effetto dell’ultimo comma dell’articolo 310 del Codice di Procedura Penale che prevede la sospensione dell’esecuzione della pena fino a che la decisione non è definitiva. E cosa significa? Che il difensore, dopo che il Tribunale avrà depositato le motivazioni della decisione – il limite massimo è di 45 giorni a partire dal giorno del deposito della sentenza, il 15 ottobre – potrà fare ricorso alla Corte di Cassazione. Ha dieci giorni di tempo per farlo, dal giorno del deposito delle motivazioni. Fino a quando non si esprimerà la Cassazione, quindi, Chiara Petrolini rimarrà agli arresti domiciliari e il provvedimento di custodia cautelare in carcere non verrà eseguito.
Il momento è arrivato e la prossima settimana ci dovrebbe essere il pronunciamento ufficiale della Cassazione. Dalle indiscrezioni raccolte da Affaritaliani la ragazza ha pochissime chance di convincere i giudici per lasciarla ai domiciliari. L’eco mediatica e le motivazioni forti messe dall’accusa nel ricorso al Riesame ha blindato l’esito finale e per Chiara il futuro sarà in cella almeno fino alla sentenza di primo grado. Il Dap ha già scelto il supercere femminile di Parma dove Chiara dovrebbe esser rinchiusa in un reparto speciale (quello dove sono rinchiuse le pentite e le donne accusate di violenze sui figli). Prevista per il primo mese anche una sorveglianza speciale con telecamere h24.
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