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Lotto conteso tra Sisal e IGT: proposta record dal primo, e garanzie dal secondo
La battaglia per la concessione del Lotto si preannuncia intensa e ricca di colpi di scena. A meno di un mese alla chiusura del bando di gara per la concessione del Lotto (scadenza 17 marzo), la corsa si è ridotta a due colossi: Igt, l’attuale gestore, e Sisal, la nuova potenza finanziata dal gigante irlandese Flutter. In palio c’è la gestione per i prossimi nove anni del Lotto, uno dei giochi più amati dagli italiani, insieme ad altri giochi numerici a quota fissa. La posta? Una base d’asta minima di un miliardo di euro, con un aggio fisso al 6%. Numeri che, considerando una raccolta annua di 7,8 miliardi di giocate, valgono un potenziale 4,3 miliardi di euro per il vincitore.
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p data-end=”1417″ data-start=”557″>IGT, capofila di una cordata che include il colosso europeo Allwyn (32,5%) e la rete dei Tabaccai italiani, è l’attuale concessionario del Lotto. E parte già in vantaggio. Per il gruppo, il Lotto è un “piatto ricco”, uno dei giochi più redditizi in Italia insieme al Gratta & Vinci. Con oltre 30 anni di esperienza, Igt è visto come un partner affidabile per il governo. Ma c’è un “ma”. Secondo fonti vicine ad Affaritaliani.it, il gruppo sarebbe sempre più focalizzato sul mercato americano, dove domina il settore delle lotterie. E questo potrebbe rivelarsi un problema visto che la gestione del Lotto richiederà investimenti massicci per modernizzare l’infrastruttura tecnologica. Igt dovrà quindi convincere il governo che l’Italia rimarrà una priorità e che il Lotto è centrale nella sua strategia. Altrimenti, rischia di perdere il treno.
Dall’altra parte c’è Sisal. Controllata da Flutter, il colosso mondiale del gioco d’azzardo (fatturato: 14 miliardi di dollari l’anno), Sisal ha dalla sua parte risorse finanziarie quasi illimitate e le punta tutte sull’Italia. Al momento non solo gestisce il Superenalotto, ma ha anche il controllo di una fetta crescente del mercato online, con oltre il 27% di quota. E proprio per questo, secondo fonti accreditate, potrebbe presentare un’offerta da 1,7 miliardi di euro, ben oltre la base d’asta di un miliardo.
Ma attenzione: Sisal ha un passato che pesa e la strategia dell’offerta “gonfiata” l’ha già giocata in passato. Fonti riferiscono che durante la gara per il SuperEnalotto nel 2019, il gruppo fece un’offerta estremamente aggressiva, superando i competitor con un aggio dello 0,5%, molto inferiore alla media. Una mossa che si rivelò insostenibile: l’azienda vinse la gara con una proposta superiore ai concorrenti salvo poi rinegoziare le condizioni con il governo.
Ma la vera strategia di Sisal, però, è tutt’altra: il cross-selling. Ovvero, usare la rete della lotteria per spingere i giocatori verso prodotti più redditizi, come scommesse sportive e casinò online. Come già sottolineato da Morgan Stanley, questa pratica è il vero motore economico dietro l’interesse di Sisal per il Lotto. Flutter, la controllante, ha dichiarato di voler sfruttare le lotterie per aggirare le restrizioni pubblicitarie e spingere i giocatori verso altre forme di gioco. Una strategia lucida, ma non priva di rischi: non a caso l’Ong Campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo ha già denunciato questa pratica, mettendo in guardia sui potenziali pericoli per i giocatori.
Sisal, però, non deve fare i conti solo con le critiche sul cross-selling. Il gruppo ha anche un passato controverso con i rivenditori. Sempre durante la gestione del SuperEnalotto, impose ai tabaccai un costo aggiuntivo di oltre 2.000 euro l’anno per i prodotti “MySisal”, inizialmente presentati come volontari ma poi resi obbligatori. Chi rifiutò si vide revocare la licenza, scatenando tensioni e cause legali. Se Sisal replicasse questa politica con il Lotto, rischierebbe di ritrovarsi con un fronte aperto contro i rivenditori, già provati dalle precedenti esperienze.
La gara per il Lotto è quindi una sfida a due volti. Igt, pur essendo il favorito, presenterà quasi sicuramente un’offerta molto più contenuta e conservativa di Sisal, e soprattutto dovrà essere capace di dimostrare di non aver distolto l’attenzione dall’Italia, rischiando di cadere nel tranello di trascurare il mercato domestico per inseguire i più floridi affari americani. Sisal, d’altra parte, potrebbe presentare un’offerta aggressiva e vincente, ma deve fare, prima, i conti con un passato controverso e con le critiche legate al cross-selling. Insomma, la partita è aperta, ma in un mercato come quello del gioco, dove le regole cambiano in fretta, l’unica certezza è che vincerà chi saprà giocare le carte giuste. E le “scommesse”, per ora, sono tutte ancora sul tavolo.
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