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Liliana Resinovich, la superperizia cambia tutto. L’amante: “Da casa sua è sparito un cuscino…”
Tutto da rifare nel caso Resinovich, la superperizia cambia tutto: “Liliana è stata soffocata“. Niente suicidio quindi per la 63enne scomparsa a Trieste il 4 dicembre 2021 e ritrovata morta in un bosco poco distante da casa sua il 5 gennaio 2022. Chi l’avrebbe uccisa, forse l’ha soffocata. Di sicuro è sopraggiunta l’asfissia. Ci sono voluti tredici mesi di lavoro, per quella perizia sulla morte di Lilly, una ricerca minuziosa – riporta Il Corriere della Sera – a caccia di dettagli apparentemente insignificanti, lividi, microfratture, magari soltanto la scheggiatura di un osso. Poi, venerdì notte, l’invio dell’elaborato alla Pec della Procura di Trieste. Sul cadavere di Liliana — per tutti “Lily”, è stata trovata una lieve frattura alla lamina della seconda vertebra toracica, una lesione allo sterno e una subpleurica a livello polmonare (un danno al tessuto) non evidenziate in precedenza. Non solo.
Ci sarebbero anche — secondo il Piccolo che ha dato la notizia del deposito della relazione, fornendo le indiscrezioni — quei segni sul volto. Lesioni comparse – riporta Il Corriere – quando era in vita, già viste nei precedenti esami ma che ora rafforzano l’ipotesi: potrebbero essere state procurate da qualcuno che l’ha colpita. “La superperizia che dice che Liliana è stata soffocata? Bastava mettere insieme gli elementi, uno più uno fa due. E non tre. Forse ho avuto più naso degli inquirenti…”. Lo dice Claudio Sterpin, 85 anni, “amico del cuore” di Liliana Resinovich, un passato nell’ultramaratona e da informatico al comune di Trieste, che la frequentava dopo averla conosciuta quarant’anni addietro. “Volevamo andare a vivere insieme, non si è suicidata“. Sterpin poi parla di un altro particolare sfuggito: “Mi sembra che da casa di Liliana sia scomparso il suo cuscino. Non lo si è più visto nelle riprese fatte all’interno. Però è una mia ipotesi”.
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