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Ibiza, le ultime folli 48 ore di Michele Noschese. Ecco com’è morto davvero
Michele Noschese, noto nel mondo della musica techno-house con il nome di “dj Godzi”, avrebbe compiuto 36 anni il prossimo 8 agosto. Tutti i MEDIA del mondo parlano di morte con “conseguenti” cause da chiarire. Ma lo scenario che si delinea, secondo le nostre fonti, e lo scrivo in prima persona perché Michele era il coinquilino di un mio caro amico R., a Ibiza, luogo che frequento da oltre 15 anni; è terribile.
I fatti: Noschese sarebbe morto nella notte tra venerdì e sabato scorsi dopo un acceso diverbio con alcuni uomini della Guardia Civil presentatisi a casa sua mentre era in corso non una festa come scrive il Corriere della sera, ma il caos.
Alcuni vicini, infastiditi non dalla musica ad alto volume, ma dal caos scatenato dal ragazzo che spiegheremo nelle prossime righe, avrebbero chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Poi la rissa fatale e la morte per arresto cardiaco. La prima domanda da farsi è la seguente: ma che cosa è successo nelle 48 ore precedenti al decesso?
Scriverò questo articolo in puntata di penna, nel rispetto soprattutto delle persone che hanno perso una persona cara, un amico, un ragazzo d’oro “tranquillissimo” così lo hanno definito tutte le persone che conosco… che però potrebbe aver avuto un blackout fatale nelle ultime 48 ore della sua vita.
Andiamo con ordine. Ieri ho iniziato ad indagare sul caso, chiamando più persone amiche sulla Isla per capirne di più. A Ibiza si cerca il divertimento, a volte si esagera, ma non si torna a casa in una bara. Michele, era coinquilino di un mio caro amico R., anche lui di Napoli, anche lui, e questo posso dirlo in prima persona, un ragazzo d’oro.
Dalle info che ho recuperato e che leggerete in anteprima su Affaritaliani; la situazione è precipitata in modo devastante nelle ultime 48 ore di vita del giovane ragazzo, ripeto un giovane sempre col sorriso, che amava il suo lavoro, che si stava costruendo un futuro, ma che, ahimè, ha conosciuto un blackout folle sulla quale bisogna indagare. Michele, nelle ultime 48 ore non era mai rientrato a casa, anche chi lo cercava ne aveva perso le tracce, c’è un buco larghissimo prima dei fatti che stiamo per raccontare. Che è successo in quei due giorni? Con chi era? Di certo si sa solamente che era reduce da un party di quelli strong alla “Ibiza”.
Le persone iniziano a cercarlo e lui prima di tornare a casa manda solo un audio, come riveliamo noi, dicendo di “Preoccuparsi” di dar da mangiare ai gatti. Un audio molto strano e ambiguo che non era da Michele. Anche perché le domande erano per la maggiore: “Dove sei finito?”.
Quando Michele si palesa dopo due giorni in casa è alterato, troppo, in modo eccessivo. A tal punto che sembrerebbe cercasse colluttazioni con gli stessi vicini che iniziano a fuggire dal palazzo per evitare lo scontro. Fugge anche il coinquilino impaurito che trova rifugio da un altro amico mio e che sembrerebbe custodisca nel suo telefono le immagini di quel momento di delirio, delirio allo stato puro.
Fuggono tutti e tutti chiamano impauriti la Guardia Civil. All’arrivo della polizia locale (molto severa da sempre sull’isola), sempre secondo le nostre info, sembrerebbe che Michele avesse iniziato una colluttazione con un uomo anziano e a supporto di questo, ripetiamo, ci sarebbero dei video.
Basterebbe che chi sta conducendo le indagini, sequestri i cellulari dei presenti. Il momento più grave arriva, sempre seguendo il racconto dei testimoni, quando i poliziotti si avvicinano a lui per fermare la furia rabbiosa dettata probabilmente dai due giorni senza “sonno”.
E qui c’è la versione che disegnerebbe lo scenario orrendo: un poliziotto punta la pistola verso il ragazzo che per niente impaurito, gli va incontro e lo disarmerebbe, insomma questa pistola cade e Michele, parrebbe, dopo l’aggressione al pubblico ufficiale, viene colpito da un solo pugno che lo manda KO e provocherebbe un arresto cardiaco sotto gli occhi dei vicini, dei poliziotti, dei passanti che hanno assistito alla scena, e sotto la lente dei telefoni che avrebbero ripreso tutto.
Non vogliamo aggiungere altro e altro dolore a una storia di morte, di un ragazzo che amava la vita, di un ragazzo che potrebbe aver fatto un incontro sbagliato, sballato, che gli “ha tolto” la vita. Sappiamo che il padre, uno stimato dottore, è volato immediatamente a Ibiza, ha disdetto casa e ricordi per portare suo figlio a Napoli, nella Napoli che Michele amava (ogni domenica vedeva la sua squadra del cuore con gli amici ibizenki – campani trasferiti li); un amore sconfinato di chi amava la vita e oggi non c’è più.
Secondo le nostre fonti e secondo questo racconto… gli elementi per indagare, senza omissioni, senza buchi di parola o falle di racconto e indagine, ci sono tutti. E ci auguriamo che la verità dettagliata, magari grazie anche a queste info, venga declarata anche per dare risposte giuste a chi ha perso un amico, un figlio, semplicemente Michele.
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