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Valentino, la maison italiana verso la vendita? Kering e Mayhoola ci pensano, ma Doha smentisce

Il destino di Valentino è di nuovo in discussione. Secondo indiscrezioni del Corriere della Sera, Kering e il fondo qatariota Mayhoola avrebbero riaperto il dossier sulla maison italiana, iniziando a riflettere sul futuro della storica griffe. Sul tavolo ci sarebbe la possibilità che la maison italiana, fondata nel 1959 da Valentino Garavani, possa tornare sul mercato o cambiare assetto nei prossimi anni, il punto è che la situazione è tutt’altro che definita.

Da Kering, al momento, non arriva nessun commento ufficiale, mentre Mayhoola, il fondo del Qatar che controlla ancora il 70% di Valentino, ha smentito seccamente: “Non stiamo pensando di vendere”, ha detto il CEO a Reuters. Eppure le indiscrezioni insistono e un motivo c’è. Kering ha comprato il 30% di Valentino nel luglio del 2023, sborsando 1,7 miliardi di euro per entrare nel capitale della maison. L’accordo firmato un anno fa prevede due opzioni che possono scattare tra il 2026 e il 2028. Da un lato, Kering ha la possibilità di salire al 100%, comprando tutto. Dall’altro, Mayhoola può decidere di cedere il resto delle quote proprio al gruppo francese. 

Ma questa riflessione arriva in un momento tutt’altro che semplice per il colosso francese del lusso. Negli ultimi anni il gruppo guidato da François-Henri Pinault ha fatto acquisti su più fronti, tra brand e immobili e secondo gli analisti di Bernstein, tra operazioni varie Kering avrebbe speso circa 14 miliardi di euro. Tra queste c’è anche l’acquisto del palazzo di via Montenapoleone 8, uno degli indirizzi più preziosi di Milano.

Ma ora i tempi sono cambiati. Il mercato del lusso sta rallentando e le difficoltà di Gucci, che resta il marchio più importante del gruppo, hanno messo sotto pressione i conti. Il debito è arrivato a 10,5 miliardi di euro e quindi Kering ha iniziato a rimettere mano al portafoglio per capire come riorganizzarsi. Sono già stati ceduti gli outlet italiani, e si cercano investitori per gli immobili di lusso a Parigi, Milano e New York. E in questa situazione è inevitabile che ci sia finita persino Valentino, anche perché la maison italiana non sta vivendo il suo momento più florido.

Il 2024 si è chiuso con ricavi in calo del 2%, a 1,31 miliardi di euro, mentre l’ebitda è sceso del 21%, fermandosi a 246 milioni. E la perdita netta è stata di circa 28 milioni di euro. Numeri che non fanno gridare al disastro, ma che certo non raccontano un momento brillante. Per cercare di cambiare passo, Valentino ha affidato la direzione creativa ad Alessandro Michele, dopo l’addio di Pierpaolo Piccioli. Tuttavia per ora Michele, che ha già firmato la rinascita di Gucci negli anni scorsi, non è bastato a risollevare i conti.

La decisione sul futuro di Valentino, comunque, non arriverà subito. Nel frattempo il gruppo francese cambierà leadership: dal 15 settembre Luca de Meo, ex CEO di Renault, affiancherà François-Henri Pinault alla guida del colosso del lusso. È probabile che sarà proprio lui a presentare il nuovo piano industriale, e quel piano potrebbe includere anche una scelta definitiva sul destino di Valentino. 

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