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Meloni ha giocato il suo ultimo azzardo, attenta come sempre a tenere insieme palazzo e popolo

Non era un passaggio semplice quello consumatosi a Strasburgo in questi giorni, fino al voto di ieri sulla mozione di sfiducia a Ursula Von der Leyen. Non lo era per il Pd e per il suo gruppo di appartenenza, che hanno approfittato dell’occasione offerta dall’iniziativa di un conservatore rumeno per intavolare una dura trattativa con VdL per cercare di strapparla all’abbraccio della destra. 

E non lo era soprattutto per Giorgia Meloni che, per la terza volta in un anno, si è trovata a scegliere tra l’essere pienamente accettata nel mainstream europeo e il non scoprirsi sul fianco destro, ai facili attacchi della Lega (convintamente pro-sfiducia) e ai malumori di una parte del suo elettorato. A ciò si aggiunge il fatto che la mozione di sfiducia, fortemente critica con Von der Leyen, per motivi tecnici chiedeva in realtà le dimissioni in blocco dell’intera Commissione, incluso quel Raffaele Fitto che dell’esecutivo Ue è Vicepresidente e di FdI è importante colonnello in Puglia e in tutto il Sud. 

Senza contare la realtà di ECR, che sulla sfiducia si è spaccato esattamente a metà, ma la cui unità continua a rappresentare per la premier un valore aggiunto. Ed è stato così che, dopo l’iniziale annuncio del co-presidente Procaccini di un voto contrario da parte di FdI, nelle ultime ore è maturata la scelta finale di non partecipare al voto, che il capodelegazione Carlo Fidanza ha poi condiviso con i leader di diverse altre delegazioni nazionali. 

Così facendo Meloni ha voluto tenere insieme la distanza verso l’iniziativa dei colleghi di gruppo che giudicato velleitaria e controproducente, il supporto a Fitto, il dialogo con il Ppe (rilanciato nel documento con cui Fidanza & Co hanno spiegato la loro posizione) e la necessità di non sfregiare Ursula nel momento in cui peraltro si trovava a Roma per partecipare alla conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina. 

È presto per dire se la mossa si rivelerà azzardata, se ci saranno conseguenze sul peso di Fitto e sui tanti dossier che l’Italia sta trattando a Bruxelles, se ne verrà compromesso il rapporto Popolari-Conservatori proprio ora che stava cominciando a dare i suoi frutti su green e immigrazione. Ciò che è certo è che Meloni ha giocato il suo ultimo azzardo, attenta come sempre a tenere insieme palazzo e popolo.

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