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Ucraina, la trattativa fra Usa e Russia non sarà breve e…

Sbaglia, o comunque si illude, chi pensa che la trattativa fra Usa e Russia sulla guerra in Ucraina si concluda in tempi brevi e, soprattutto, con un “pari e patta” fra le parti. Putin ha già ottenuto un successo impensabile fino a pochi giorni fa portando l’America di Trump sulle proprie posizioni di attacco frontale a Zelensky, di fatto isolando e dividendo l’Europa. Adesso Putin la tirerà per le lunghe con trattative che non si chiuderanno certo – come pensa Trump dopo la giravolta Usa – a Pasqua, così da alimentare le divisioni fra America e Europa e le tensioni dentro l’Europa stessa. 

Trattative che potrebbero durare mesi con Putin e Trump sullo stesso fronte anti Kyiv e anche anti Ue, accusati del fallimento dei negoziati. In tal caso Trump potrebbe fare il passo temuto non solo da Zelensky, quello di dire basta agli aiuti militari ed economici all’Ucraina. A Putin non interessa conquistare un metro quadro in più del terreno ucraino. Putin vuole il completo controllo politico dell’Ucraina anche senza invaderla totalmente. E questo otterrà con l’aiuto di Trump che mira a un mondo diviso in tante sfere d’influenza e a un rapporto di do ut des con la Russia in funzione anticinese. Cina che, intanto, gode per quel che accade, unica grande potenza a essersi rafforzata e non indebolita negli ultimi tre anni.

Il tutto, con la “trumpizzazione” della politica internazionale, avrà ripercussioni pesanti in Europa e, specificatamente, in Italia e sul governo Meloni. Ci sono già segnali che dimostrano le crepe all’interno della maggioranza di centrodestra. La nuova linea politico-strategica indicata a Forza Italia dalla recente intervista di Marina Berlusconi pone pesanti distinguo con gli alleati scavando un solco in particolare con la Lega sulla politica internazionale dove la figlia dell’ex Cavaliere definisce Trump un pericolo mentre Salvini lo propone come premio Nobel per la pace. 

E Giorgia Meloni? Tenta ancora di “stare sopra”, in una linea sempre più inclinata di conciliazione fra atlantismo e europeismo. Sarà davvero difficile per la premier italiana giocare su due fronti sul nodo cruciale dell’Ucraina. Fin qui, da una parte Meloni ha tenuto l’Italia sulla stessa linea della Ue con continui aiuti politico-economici-militari e dall’altra, dal dopo elezioni Usa, ha dimostrato più che apprezzamenti per il ritorno di Trump alla Casa Bianca sostenendolo in modo più o meno aperto, su tutto. 

I nodi sulla politica estera si stringono sempre più. Giorgia non può stare con i piedi in due staffe. Il quadro politico è in movimento a cominciare da Salvini unito con il leader dei 5Stelle Conte sulle posizioni trumpiane apertamente filo-Putin. “Il potere logora chi non ce l’ha” diceva Andreotti. Non sarà facile per Giorgia Meloni, indicata da Trump, con il supporto di Elon Musk, come possibile sua longa manus in Europa, a districarsi in questo groviglio. Per Giorgia è l’ora di gettare via la maschera e dire chiaramente, a cominciare dalla questione bollente della guerra in Ucraina, da che parte sta.

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