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Il giudizio in netta prevalenza negativo è trasversale agli orientamenti politici: se a sinistra le opinioni negative superano l’85%,  a destra si collocano sopra il 60%

A 170 giorni dall’inizio del secondo mandato di Donald Trump, l’opinione pubblica italiana si mostra decisamente sfavorevole nei suoi confronti. Infatti, il giudizio complessivo degli italiani sui primi mesi di presidenza Trump è netto: quasi due su tre (66%) lo ritengono negativo, oltre quattro volte rispetto a chi (16%) lo ritiene invece positivo. Inoltre, prevalgono in maniera netta i giudizi fortemente negativi rispetto a quelli solo parzialmente negativi.

La cosa interessante è che il quadro è molto peggiorato rispetto a una domanda simile rivolta agli italiani lo scorso dicembre, dopo l’elezione di Trump ma prima della sua entrata in carica. In quel caso, il 38% degli italiani pensava che la sua elezione fosse una cattiva notizia per l’UE e per il mondo, mentre il 24% di loro la riteneva una buona notizia. Anche in quel caso prevalevano le opinioni negative, ma all’epoca un altro 38% di italiani esprimeva una posizione attendista che, in questo caso, si è trasformata in un giudizio fortemente negativo.

Va anche rilevato come questo giudizio in netta prevalenza negativo oggi sia trasversale agli orientamenti politici: se a sinistra le opinioni negative superano l’85%,  a destra esse si collocano comunque sopra il 60%.

Le ragioni di questo giudizio sfavorevole sono consolidate. Secondo la maggior parte degli italiani, l’economia mondiale e il commercio internazionale stanno subendo danni dalle decisioni del presidente americano. Lo stesso starebbe avvenendo, specificamente, per l’economia italiana. Anche la sicurezza globale sarebbe in maggiore pericolo. Sempre a causa dell’atteggiamento di Trump, e delle sue decisioni irrituali, per gli italiani i rapporti fra Unione Europea e Stati Uniti non potranno che peggiorare. Il suo approccio sovranista (centrato sui soli interessi americani), il disinteresse per le politiche ambientali e l’ostilità verso l’immigrazione sono percepiti come i tratti distintivi della sua presidenza.
 
In conclusione, agli occhi dell’opinione pubblica italiana, Donald Trump appare come un elefante in una cristalleria geopolitica: massiccio, determinato, ma incapace di muoversi senza infrangere equilibri delicati. La sua personalità è percepita come impulsiva e impermeabile al dialogo, più incline alla rottura che alla mediazione. Se da un lato alcuni ne riconoscono la forza decisionale, dall’altro la maggioranza lo vede come un leader che agisce per impulso, non per visione, e che rischia di compromettere relazioni, mercati e sicurezza globale.

In sintesi Trump, per gli italiani, non è il capitano di una nave che cerca rotte nuove, ma il pilota di un bulldozer che ignora le mappe e avanza a colpi di acceleratore. In un mondo che richiede equilibrio e cooperazione, la sua figura viene letta come una forza disgregante, capace di polarizzare, dividere e destabilizzare.

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