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Tim, i ricavi stimati sono pari a 3,28 miliardi, in crescita del 2,9%
Risultati del primo trimestre in arrivo per Telecom Italia che li svelerà il 7 maggio dopo la chiusura di Borsa con conference call il giorno successivo. Secondo Equita, l’inizio d’anno è in linea con la guidance del 2025, che dovrebbe essere confermata. Unica correzione il cambio euro-real brasiliano, rivisto al ribasso con un impatto negativo del 5% su Tim Brazil e del 2% sull’intero gruppo. I ricavi stimati sono pari a 3,28 miliardi, in crescita del 2,9% su base annua comparabile: domestico più 1,3%, Brasile più 6%.
L’Ebitda after lease dovrebbe crescere del 5,3% a 814 milioni mentre gli investimenti sono previsti a 472 milioni, in calo del 3% su base annua. In leggero aumento il debito stimato a 7,51 miliardi di euro a fine marzo, in crescita di 206 milioni rispetto a dicembre del 2024 per fattori stagionali.
L’aumento è descritto come più contenuto delle attese grazie a un minore assorbimento di capitale circolante. Equita mantiene invariato il target price a 0,36 con rating “buy”. Equita valuta Tim Brasil 45,38 miliardi di real, pari a 7,1 miliardi di euro. Le azioni Telecom sono cresciute del 33% negli ultimi tre mesi, da sottolineare però che in dieci anni il titolo ha perso oltre il 50% del suo valore.
Certo la situazione del mercato proprio in questo arco temporale è molto cambiata a causa della fortissima concorrenza tariffaria tra gli operatori accelerata dall’entrata nel mercato italiano di Iliad nella telefonia mobile e dalle molte concessioni agli utenti effettuati dall’Ue, come il roaming gratuito nei paesi europei. Il risultato è stata una continua perdita di ricavi. La situazione è fotografata dall’ultimo rapporto Agcom per il settore delle tlc. Nel 2023 i ricavi complessivi si sono attestati a 26,8 miliardi di euro, in calo del 2,9% rispetto al 2022.
A soffrire la telefonia fissa, che ha perso il 4,4%, mentre il mobile ha contenuto le perdite all’1,1%. In calo anche gli investimenti del 5,6% passati da 8,8 a 8,3 miliardi e l’occupazione con una perdita di 2800 posti di lavoro (-3,4%) che riflette, secondo Agcom, il processo di contenimento dei costi, unica soluzione per cercare di far crescere i ricavi. Sul fronte tecnologico, si consolida la migrazione degli utenti verso reti a più alta capacità. In ambito fisso, le linee che utilizzano tecnologie in rame sono ormai meno del 20% del totale, mentre le connessioni in fibra ottica Ftth e anche Fwa rappresentano il 44,5%, in forte crescita rispetto al 32,6% di fine 2021. Nella rete mobile fatica la copertura 5G che ha bisogno di investimenti e dunque è ancora il 4G a coprire la maggioranza (60%) del paese.
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