Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Tfr, un vero casino
La sentenza n.13525 del 20 maggio 2025 della Corte di Cassazione dice che il TFR rilasciato mensilmente in busta paga è contrario alla legge perché si identifica in una vera e propria retribuzione. Tutto ciò comporta uno stravolgimento sia a livello fiscale che previdenziale. Vale a dire che le somme erogate vanno incluse nella base imponibile rendendo inapplicabili le esenzioni previste dall’art. 12, comma 4, della Legge 153/1969. E adesso?
Tutte le persone dipendenti che hanno sempre percepito il TFR considerandolo un supporto economico sia durante l’attività lavorativa (anticipo per mutui, spese mediche ecc.) sia alla cessazione del lavoro, tutto ciò non sarà più possibile? La prima che cosa che ci viene in mente è che molti hanno optato per una previdenza integrativa con i fondi pensione e a questo punto neanche la richiesta del Governo di “girare” il TFR all’INPS ha alcun fondamento.
Quale validità avranno gli accordi ed i contratti sottoscritti negli anni da aziende, sindacati e dipendenti? Ora un breve calcolo. I dipendenti con busta paga sono circa 26,5 milioni, la media retributiva è di € 30.838 l’aliquota per il TFR è del 6,91% per un totale 56,469 miliardi di euro l’anno. Quest’ultimo calcolo sarà soggetto a tassazione IRPEF pari al 23% generando una nuova entrata per lo Stato di €12,988 miliardi ogni anno!
Domanda: è sensato avere un TFR come è stato gestito fino ad oggi oppure è migliorativa la sentenza di cui sopra? Sarà bene sollecitare il Governo, i rappresentanti delle aziende (tutte) ed i sindacati e magari i dipendenti per “definire” per quale soluzione optare. Ovviamente le soluzioni possono essere esclusivamente istituzionali con la fattibile collaborazione di tutte le forze coinvolte perché tutto ciò comporta una serie di misure da adottare “immantinente”.
Ripristinare lo status quo o… Se non è di disturbo, una personale soluzione l’avrei ed è la seguente: il TFR, parzialmente o totalmente, potrebbe essere girato all’INPS esentasse così lo Stato risparmierebbe molto in futuro. Ovviamente non si dovrebbero/potrebbero più chiedere anticipi sul TFR, ma lasciando libera scelta a ciascun dipendente la facoltà di optare per “l’oggi o per il domani”.
Come dicevano gli antichi magari con un “do ut des” cioè riconoscendo un credito d’imposta, in percentuale, di quanto stornato all’INPS, “spendibile” in caso di necessità. Naturalmente c’è chi ha molta più fantasia del sottoscritto e per chiudere ritengo che questa sentenza potrà generare, nell’immediato e nel futuro, un dibattito veramente pesante e sarà bene che ci ricordiamo che sono i dipendenti il soggetto e l’oggetto di questa sentenza.
Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet