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<em>Da Legambiente Arcipelago Toscano</em>
Il tempo di incubazione del nido della tartaruga marina di Procchio era terminato senza che nessun piccolo uscisse dalla sabbia e i volontari del progetto tartarughe di Legambiente Arcipelago Toscano, in accordo con i biologi che seguono i nidi, avevano deciso di sospendere la sorveglianza 24 ore su 24 e di dedicarsi a quella dell’altro nido a Marina di Campo, dove è iniziato il periodo favorevole alla nascita. Ma, come a Sant’Andrea, quest’anno le tartarughine marine elbane sembrano particolarmente dispettose e, appena i tartawatcher hanno levato il gazebo, intorno all’una di notte del 19 settembre, sembrano essere uscite in gran numero dal nido di Procchio, alcune però sono state attratte da una luce lasciata inopportunamente accesa in un ristorante vicino e da un faro nuovamente acceso da un grande hotel di lusso sul lato occidentale della spiaggia. Solo l’intervento di alcune persone ha impedito che le piccole tartarughe finissero male.
Alcuni esemplari sono usciti alla spicciolata anche dopo l’alba e sono stati avvistati e fotografati da un turista e da una volontaria di Legambiente, ma queste tartarughine si sono avventurate purtroppo su una spiaggia trafficata da ruspe piccole e grandi e fortemente disturbate. Fortunatamente era rimasta la telecamera per controllare e qualcuno ha comunque avvertito della nascita, ma si teme che qualche piccola sia rimasta sotto i cingoli, magari dopo essere ritornata sulla spiaggia attratta dalla luce artificiale o prima dell’entrata in mare.
Una tartawatcher sottolinea: «Mezzi meccanici sulla spiaggia e inquinamento luminoso si sono ancora una volta rivelati come nemici delle tartarughe marine. E’ stato terribile stamattina vedere le tracce delle tartarughine sparire nella sabbia lisciata dalla ruspa». Si tratta di qualcosa che fa arrabbiare non poco volontarie e volontari, visto che il nido di Procchio è stato salvato proprio da loro che lo hanno traslato in una zona più sicura della spiaggia perché mamma tartaruga aveva depositato le sue preziose uova proprio accanto allo scivolo da dove le ruspe entrano sulla spiaggia e che il recente nubifragio che ha colpito l’Elba aveva trasformato quel tratto di spiaggia in una voragine.
Queste nascite tardive e fuori tempo massimo (ieri notte è uscita un’altra tartarughina dal nido di Sant’Andrea), stanno mettendo in difficoltà anche l’ormai rodatissimo meccanismo di sorveglianza di Legambiente e Isa Tonso, responsabile del progetto tartarughe marine di Legambiente e Parco Nazionale e referente per l’Elba del Life TurtleNest, «Cerchiamo volontarie e volontari per completare il periodo di sorveglianza ai nidi di Procchio e Marina di Campo, deposto il 18 luglio. Tutto sta avvenendo in ritardo rispetto al previsto e a distanza di pochissimi giorni. Chi è disponibile a fare qualche turno di sorveglianza e non fa ancora parte dei gruppi whatsapp specifici dei nidi si faccia avanti, please, tre schiuse quasi in contemporanea richiedono un grande sforzo da parte di chi ama le tartarughe, il mare e la natura».
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