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Tarquinio (Pd): “Schlein ha un preminente profilo da leader, ma servono una coalizione forte e una proposta coinvolgente”

La “Rete Civica Solidale” è il nuovo progetto politico che sta muovendo i primi passi a Montecitorio, con l’obiettivo di unire gruppi civici di Centrosinistra attorno a un’agenda condivisa fatta di pace, ambiente e politiche sociali. Tra i volti più noti di questa iniziativa c’è Marco Tarquinio, giornalista ed eurodeputato, che interpellato da Affaritaliani.it ha raccontato le prospettive e le ambizioni di questo movimento.

Tarquinio, in che cosa consiste esattamente il progetto di Rete Civica Solidale” e quali sono gli obiettivi principali?

“La Rete è un’iniziativa che mette insieme persone, liste ed esperienze d’impegno politico e amministrativo. Non si tratta né di un partito più grande né di un movimento in senso stretto, ma di un progetto politico che si è dato un tempo ragionevole per valutare le risposte alla nostra chiamata. Questa chiamata si basa su ideali e obiettivi politici concreti e ben definiti, che partono dalle politiche di pace, sociali e ambientali nel segno della “cura” di diseguaglianze e insostenibilità. Questi temi rappresentano un possibile e necessario patrimonio comune del centrosinistra, e qui assumono una forte connotazione civica. Persone ed esperienze coinvolte nella nostra Rete provengono da realtà fuori dai tradizionali partiti del centrosinistra; nessuno di noi è tesserato in altri partiti o movimenti, anche se manteniamo un dialogo aperto con tutti”.

La sua partecipazione al progetto viene vista da alcuni come un possibile segnale di distacco dal Pd. Ha intenzione di lasciare il partito?

“Non sono mai stato iscritto al Partito Democratico e non lascio nulla. Come ho detto questo progetto nasce per unione non per scissione. Personalmente, continuo a lavorare nella delegazione del PD al Parlamento europeo, dove sono stato eletto come “civico” indipendente, e sono iscritto al gruppo dei Socialisti e Democratici, di cui il PD è la principale delegazione nazionale con 21 eurodeputati. Ho un rapporto di grande stima e dialogo con la segretaria del PD, Elly Schlein. Abbiamo anche avviato dialoghi con i leader degli altri principali partiti del centrosinistra. Ho scelto questa area dopo molti mesi di riflessione, accettando la candidatura proposta da Schlein. E credo che in essa, con rispetto reciproco, si debba lavorare insieme per tornare a essere vincenti.

Come ha detto Paolo Ciani, il nostro è un movimento plurale del “noi” e non dell’“io”. C’è la necessità di ricucire un legame con una parte dell’elettorato di centrosinistra che, sebbene attivo e partecipe sui territori, non si schiera automaticamente nel voto politico generale. Ci sono cittadini e cittadine con riferimenti e ideali ben precisi – un centro che guarda a sinistra e una sinistra che vuol ritrovare baricentro – e altre che vivono quotidianamente le difficoltà causate dalla guerra, dalla povertà crescente, dalla perdita di dignità e sicurezza del lavoro, e dalle problematiche legate alla cura dei bambini, degli anziani, dei malati e dell’ambiente. Come ho detto, non lascio nulla, anzi rilancio. Da uomo di pace non lascio in pace il Pd, come non lascio in pace le altre forze del centrosinistra. C’è da far crescere una solida alternativa politica e di governo. Credo in particolare che sia sbagliato destinare più risorse al riarmo invece che alla salute, all’istruzione e alla previdenza sociale. È necessario costruire una difesa comune europea, che consenta economie di scala, perché oggi l’Europa destina già oggi cifre enormi al settore militare-industriale, perfino più della Russia, che è in economia di guerra. Dobbiamo lavorare in chiave federalista per organizzare meglio queste risorse, non per far esplodere ulteriormente la spesa militare”.

Nel caso di una vittoria del Centrosinistra alle prossime elezioni politiche, pensa che la segretaria del Pd Elly Schlein possa diventare premier?

“Al momento non c’è ancora una coalizione completamente definita: è in corso un lavoro di ricostruzione del centrosinistra. Quando questo processo sarà concluso, si delineerà il quadro, o come si dice oggi, il “campo”. L’importante è che ci sia una proposta di centrosinistra, che io definisco “alla vecchia maniera ma nuova”, cioè convincente, coinvolgente e con i profili giusti come nei momenti migliori dell’Ulivo. È chiaro che dovrà esserci anche un’intesa di fondo sulle regole con cui si governerà il paese, comprese quelle relative alla premiership: questo nascerà dal dialogo tra tutte le forze. Se mi chiede se Elly Schlein abbia un profilo di leadership per ricoprire quel ruolo, non ho alcun problema a dire che nel centrosinistra, dove non mancano figure con un profilo da leader, lei è certamente tra queste e in modo preminente. Agli occhi di molte e molti anche per l’impegno unitivo di cui continua a farsi carico. La sfida per Elly Schlein e per tutti noi è saper parlare a una platea vasta di italiane e italiani, non solo a minoranze motivate, e ridare fiducia a chi oggi non ne ha più a causa di temi, modi e scelte della politica dominante”. 

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