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Giornalisti e attivisti spiati, scoppia un nuovo caso. Le opposizioni chiedono spiegazioni al governo

Un nuovo scandalo spionaggio è scoppiato in seguito alla rivelazione fatta da Meta, la società di Zuckerberg che controlla anche Facebook, Instagram e WhatsApp, che ha scoperto che circa 90 persone erano state spiate dal software proprietario di hacking Graphite, riconducibile – in base a quanto risulta al Guardian – all’azienda israeliana Paragon Solutions. Proprio la società chiamata in causa da Meta avrebbe deciso adesso di rescindere il suo contratto con l’Italia. Ma restano troppi misteri legati a questa vicenda, ci sarebbero state almeno sette persone in Italia spiate, ma sono stati resi noti i nomi di solo due di queste.

Chi sono gli altri cinque Mister X? Per ora questa lista completa è un mistero. Si sa solo che sono presenti il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e il fondatore e capomissione dell’ong Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini. Il governo ha allontanato i sospetti, escludendo attraverso una nota ufficiale il suo coinvolgimento. Le opposizioni però vanno all’attacco. Avs, Pd ed M5s hanno chiesto in apertura di seduta in Aula alla Camera una informativa urgente del governo sul caso dei giornalisti e attivisti che sarebbero stati “spiati” attraverso uno spyware.

A intervenire Marco Grimaldi (Avs), Federico Fornaro (Pd) e Marco Pellegrini (M5s). I gruppi hanno lanciato un allarme anche alla luce della notizia contenuta in un articolo esclusivo del Guardian secondo il quale la società israeliana Paragon Solution, il cui software militare di hacking sarebbe stato utilizzato per ‘spiare’ i cittadini, avrebbe interrotto i suoi rapporti con l’Italia.

Intanto, il legal team di Mediterranea Saving Humans è al lavoro per presentare un esposto su questa vicenda. Chiederemo agli inquirenti di accertare cosa sia successo e chi ha ordinato di spiare il mio telefono attraverso il software Pargon”. Lo annuncia Luca Casarini, capomissione e tra i fondatori dell’Ong. “Valuteremo se trasmettere l’incartamento a Palermo o Roma, o ad entrambi gli uffici giudiziari”, aggiunge Casarini. La stessa Onlus ieri aveva reso noto di avere ricevuto una comunicazione ufficiale da Meta, la società che gestisce il servizio di messaggistica Whatsapp, con cui informava che il telefono cellulare di Casarini “era stato violato da una operazione di spyware ad alto livello, attraverso l’uso di un software definito tra i più sofisticati al mondo”.

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