Rinnovo Patente? Facile ed Economico

image

Space X, la startup che ha rischiato così tante volte di fallire da diventare leggenda

L’azienda fondata da Elon Musk ha annunciato l’intenzione di quotarsi in Borsa nei prossimi mesi, aprendo una nuova fase della sua storia. Gli analisti parlano di una valutazione potenziale che potrebbe raggiungere e persino superare gli 800 miliardi di dollari, una cifra che la collocherebbe tra i colossi assoluti dell’economia globale. Ma all’inizio, nell’aria, non c’era tutto questo entusiasmo. Proviamo a fare un salto nel passato.

Elon Musk ha trent’anni, ha appena venduto PayPal e potrebbe ritirarsi. Invece resta inquieto. La corsa allo spazio, che aveva acceso l’immaginario del Novecento, gli sembra spenta, ingabbiata in burocrazie, costi fuori controllo e rassegnazione tecnologica. “Se smettiamo di guardare alle stelle — dirà poi — smettiamo di credere nel futuro”. È una convinzione quasi romantica, ma sufficiente a farlo tentare l’impossibile: costruire razzi privati quando nessuno crede che sia economicamente sensato farlo.

I primi passi sono tutt’altro che epici. SpaceX prende forma in un magazzino di El Segundo, California, con un gruppo ristretto di ingegneri giovani, pagati poco e chiamati a fare tutto in casa: motori, software, strutture. Musk impone una regola semplice e brutale: ridurre i costi di dieci volte rispetto all’industria tradizionale. Non delegare, non comprare soluzioni già fatte, non accettare che “si è sempre fatto così” sia una risposta valida.

I fallimenti

Tra il 2006 e il 2008 SpaceX lancia tre volte il Falcon 1, un razzo piccolo, pensato per dimostrare che l’azienda sa davvero volare. Tutti e tre i tentativi falliscono. Razzi che esplodono, che perdono controllo, che cadono nell’oceano pochi secondi dopo il decollo. I soldi finiscono, la credibilità pure. Musk investe gli ultimi fondi personali. Se il quarto lancio fallisce, SpaceX chiude.

Il 28 settembre 2008, il Falcon 1 raggiunge finalmente l’orbita. È il primo razzo a propellente liquido sviluppato da un’azienda privata a riuscirci. Quel volo salva l’azienda e, poche settimane dopo, arriva un contratto decisivo della NASA per il rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale. SpaceX smette di essere un’idea borderline e diventa un attore reale.

Falcon 9 e l’idea che cambia tutto

Nel 2010 vola il Falcon 9, il razzo che segnerà la svolta. Più potente, modulare, progettato fin dall’inizio con un’idea che l’industria aerospaziale aveva accantonato come troppo rischiosa: far rientrare il primo stadio e riutilizzarlo. Per anni i tentativi falliscono in diretta mondiale. Razzi che si schiantano su piattaforme oceaniche, che esplodono all’ultimo secondo, che mancano l’atterraggio per pochi metri.

Poi, il 21 dicembre 2015, accade qualcosa che sembra fantascienza: un Falcon 9 rientra, rallenta e atterra verticalmente sulla terraferma. Non è solo un successo tecnico, è un cambio di paradigma. Da quel momento il costo di accesso allo spazio inizia davvero a scendere. I razzi non sono più usa e getta. Lo spazio diventa, per la prima volta, ripetibile.

Dragon, la NASA e il ritorno dell’uomo nello spazio

Nel 2012 la capsula Dragon attracca per la prima volta alla Stazione Spaziale Internazionale. È la prima navicella privata a farlo. Nel 2020, in piena pandemia, SpaceX porta astronauti in orbita dal suolo americano, cosa che non accadeva dal ritiro dello Space Shuttle nel 2011. La missione Crew Dragon segna una collaborazione ormai rovesciata: la NASA non costruisce più tutto da sola, ma affida l’esecuzione a un’azienda privata che corre più veloce.

Starship e l’orizzonte finale

Oggi SpaceX guarda oltre. Starship, il veicolo completamente riutilizzabile alto come un palazzo di trenta piani, è pensato per la Luna, per Marte, per missioni che richiedono carichi enormi e costi drasticamente più bassi. I test sono spettacolari e spesso distruttivi: esplosioni, prototipi che si disintegrano, lanci che finiscono in fiamme. Ma, come agli inizi, il fallimento non è un incidente: è parte del metodo.

In parallelo cresce Starlink, la costellazione di satelliti che fornisce internet globale e che finanzia, silenziosamente, l’ambizione più grande: rendere l’umanità una specie multiplanetaria.

SpaceX non è nata per essere un’azienda come le altre. È nata da una convinzione semplice e radicale: che il futuro non sia qualcosa da aspettare, ma da costruire, anche a costo di fallire più volte in pubblico. In un’epoca che spesso si accontenta di ottimizzare l’esistente, SpaceX ha rimesso al centro un’idea dimenticata: progredire significa osare. E accettare che, prima di atterrare in piedi, si debba cadere molte volte.

Rinnovo Patente? Facile ed Economico

Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet