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Sigarette, aumenti a piccoli passi: la vera batosta arriverà dall’Europa
Le sigarette aumenteranno, sì, ma senza troppi scossoni. Il governo ha deciso di non colpire troppo forte, per evitare che il mercato del fumo si sposti verso quello illegale, già in crescita in molte zone d’Italia. Niente stangate improvvise, ma una serie di rincari graduali, spalmati su tre anni. Un modo per far entrare soldi nelle casse pubbliche (circa un miliardo di euro nel triennio), senza però destabilizzare un settore che dà lavoro a migliaia di persone e che, se scosso troppo, rischierebbe di spingere i consumatori verso il contrabbando.
L’obiettivo è anche un altro: preparare il terreno alla direttiva europea sulle accise del tabacco (Ted), che Bruxelles sta riscrivendo e che rischia di portare aumenti pesanti per sigarette, trinciati, sigari e prodotti alternativi come e-cig, tabacco riscaldato e bustine di nicotina. Anticipare i tempi, insomma, per non essere travolti da regole europee che si preannunciano drastiche.
Secondo la bozza della manovra, le accise passeranno da 29,50 euro ogni mille sigarette a 32 euro nel 2026, a 35,50 nel 2027 e a 38,50 nel 2028. Tradotto: circa 5 centesimi in più nel 2026, poi 7 centesimi nel 2027 e 6 nel 2028. In totale, una ventina di centesimi in tre anni. Una crescita contenuta, come aveva promesso il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che aveva parlato di aumenti ” a poco a poco”.
Gli aumenti più forti riguarderanno tabacco trinciato e sigaretti. Per il trinciato, l’accisa salirà da 148,50 a 161,50 euro al chilo nel 2026 (circa 40 centesimi in più per una busta da 30 grammi), poi a 165,50 nel 2027 e 169,50 nel 2028. Sui sigaretti, invece, si parla di 28 centesimi in più a pacchetto nel 2026, poi una decina di centesimi l’anno successivo.
Sul fronte dei prodotti alternativi, la linea resta la stessa. Per il tabacco riscaldato (come Iqos e simili) gli aumenti saranno graduali, fino a un +42% complessivo nel 2028: circa 12-13 centesimi nel 2026 e sotto i 10 nei due anni successivi. Per le sigarette elettroniche, il governo rallenta ancora: si passa dal 39,5% al 40,5% di accise nel 2026, poi al 41% nel 2027 e solo nel 2028 si arriva al 42%. Sui liquidi con nicotina si sale un po’ di più (dal 16% al 22% in tre anni), ma sempre senza scatti bruschi.
Infine, le bustine di nicotina. Nessun aumento, ma nuove regole: limite massimo di 16,6 milligrammi di nicotina per bustina, vendita solo nei tabaccai e confezioni con chiusura a prova di bambino. Stop, invece, alla vendita online.
In sintesi, il governo prova a fare due cose insieme: incassare e contenere i danni. Per ora il fumatore spenderà pochi centesimi in più, ma non abbastanza da cambiare abitudini. E lo Stato, nel frattempo, potrà dire di aver fatto la sua parte davanti all’Europa.
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