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Amina Sailouhi, 43 anni, è stata uccisa a coltellate dal marito nella serata di sabato 3 maggio a Settala, in provincia di Milano. Era in casa, in pigiama, pronta per andare a dormire. Almeno dodici le coltellate inferte, secondo i primi accertamenti. Un femminicidio che poteva forse essere evitato: meno di tre anni fa, la donna aveva già denunciato il marito per maltrattamenti. Ed era stata attivata la procedura del codice rosso. Senza che il provvedimento avesse tuttavia seguito.
Nel novembre 2022, dopo essere stata minacciata di morte e picchiata, Amina era finita in ospedale. In quell’occasione era dunque stata attivata la procedura del codice rosso e la segnalazione era arrivata anche al Tribunale per i Minorenni, con l’intervento dei servizi sociali. Nonostante ciò, non fu adottato alcun provvedimento cautelare. Da allora, nessuna ulteriore denuncia o segnalazione. Fino alla tragedia di sabato.
La chiamata della figlia di 10 anni: “Mamma è morta, papà l’ha uccisa”
A scoprire il corpo senza vita della madre è stata la figlia di 10 anni della coppia. È stata lei a comporre il numero di emergenza e ad avvisare i soccorsi: “Mamma è morta, papà l’ha uccisa”, avrebbe detto ai carabinieri e ai sanitari arrivati in via Cerca. Il padre è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato e si trova ora detenuto nel carcere di San Vittore.
“Amina aveva minacciato di autoinfliggeresi ferite per poi denunciare il marito”
Aveva minacciato “di autoinfliggersi ferite per poi denunciarlo, dopo una lite scoppiata per motivi legati alla bambina”. Sarebbe questo il movente dell’omicidio di Amina Sailouhi, uccisa dal marito Khalid Achak, reo confesso. Lo ha detto l’avvocato di Khalid Achak, Giorgio Ballabio a margine dell’interrogatorio di convalida del fermo, riferendo che la dichiarazione e’ stata resa in “una confusa ma abbondante dichiarazione rispondendo alle domande del giudice e del pm”. Lo riferisce Ansa. “Il mio assistito – ha spiegato il legale – ha raccontato che il matrimonio, celebrato in Italia, e’ stato combinato dai parenti. Nell’ultimo periodo erano sorte diverse tensioni nella coppia, Achack era ossessionato dall’impressione che i parenti della moglie lo stessero circuendo per derubarlo dei suoi beni in Italia e in Marocco”. Ha parlato “di un raptus, ricorda solo il primo colpo, ma non i successivi, il pm riferisce di 15 colpi in totale. Nega dipendenza da alcol, nonostante i vicini lo vedessero spesso ubriaco”. Per quanto riguarda la “denuncia per maltrattamenti che la moglie aveva sporto nel 2022 e che non aveva ritirato, il pm non ha approfondito l’apertura di procedimenti”, ha concluso il legale. La figlia della coppia, che ha chiamato i soccorsi la sera dell’omicidio, e’ stata affidata allo zio materno.
Il cordoglio del Comune: “Una tragedia che ci lascia sgomenti”
Il giorno dopo l’omicidio, il sindaco di Settala, Massimo Giordano, ha espresso il cordoglio dell’intera comunità con un messaggio pubblico: “Esprimo profondo cordoglio per quanto è accaduto ieri sera. La nostra comunità è sconvolta dalla tragedia familiare che si è consumata e il pensiero di una bambina che ha dovuto affrontare quell’orrore ci lascia sgomenti”. Il primo cittadino ha poi aggiunto: “Purtroppo questi drammi sono all’ordine del giorno delle cronache nere e nonostante fiumi di parole, di intitolazioni, di panchine rosse e di manifestazioni pubbliche, il dramma continua a ripetersi ogni giorno. Occorre fare ancora un di più, ciascuno di noi per quanto di propria competenza, affinché la cultura del rispetto e dell’accettazione prevalga sulla violenza e sull’intolleranza”. L’amministrazione comunale ha annunciato l’intenzione di proclamare tre giorni di lutto cittadino.
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