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Il Centrodestra vicino all’accordo in Veneto, Campania e Puglia

Il voto nelle Marche, la Regione che era considerata come quella più contendibile, con la netta vittoria di Acquaroli, avrà il probabile effetto di sbloccare l’impasse del centrodestra nelle tre Regioni (Puglia, Veneto e Campania) che ancora attendono da settimane l’indicazione di un nome.

La vittoria di Acquaroli, infatti, certamente faciliterà le trattative tra i leader per sbloccare uno stallo, che stava cominciando a diventare preoccupante. Anche se, nelle ultime ore, la notizia del rifiuto da parte del sindaco di Monopoli Angelo Annese ad accettare la candidatura in Puglia (“È giunto il momento di rompere gli indugi: sono e resto il sindaco di Monopoli” ha scritto Annese in un post sui social) ha contribuito a ricreare un minimo di suspense, almeno in Puglia.

La Lega sembra ormai certa di avere finalmente convinto gli alleati a candidare il suo giovane vicesegretario, Alberto Stefani (che da qualche giorno avrebbe cominciato, anche se ancora ufficiosamente ed in sordina, la sua campagna elettorale). Una scelta sofferta da parte del partito della premier, soprattutto alla luce dei risultati delle ultime elezioni europee, dove il partito della premier ha raccolto oltre il 37% dei consensi, contro il 13,8% della Lega.

E sono in molti, come colui che per mesi è stato il candidato in pectore di Fdi, il senatore Luca De Carlo, ad avere dovuto ingoiare qualche rospo, proprio per il bene della coalizione. L’accordo sarebbe stato trovato, sulla base della promessa che nel 2028 (forse anche prima) il candidato in Lombardia sarà espressione di Fdi (Carlo Fidanza parte in pole position).

Ma su questo accordo pesa ancora come un macigno, la ferma opposizione della Lega lombarda, capeggiata dal nuovo segretario, il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, che proprio qualche giorno fa, forse non a caso, ha presentato una carta per la Lombardia. Si vedrà.

Ma intanto ora bisogna chiudere la partita delle Regionali di autunno. Non c’è più tempo da perdere, e quello accaduto nella Marche non potrà che convincere anche i più scettici che occorre chiudere in fretta il cerchio. Dopo il Veneto, sembra tutto deciso anche per la Campania, dove a correre per il centrodestra sarà l’ex prefetto Michele Di Bari, attualmente in servizio a Napoli, ma originario di Mattinata, in provincia di Foggia.

Sarebbero infatti cadute anche le ultime piccole resistenze da parte dei centristi (che avrebbero preferito forse la candidatura del direttore della Zes unica, Giosy Romano).

La scelta di puntare su un nome lontano dalla politica, era maturata già da qualche settimana, ed era stata anticipata nei giorni scorsi anche dal ministro degli interni, Matteo Piantedosi, nato a Napoli anche se di origini avellinesi, già tirato in ballo spesso come possibile candidato, malgrado lui abbia sempre negato qualsiasi disponibilità a correre. E sarebbe stato anche grazie alla sua intercessione, secondo qualificate fonti, se il prefetto alla fine abbia accettato, malgrado alcune sue ritrosie espresse in più occasioni.

Secondo il titolare del Viminale la pista “civica” si renderebbe necessaria a motivo della disaffezione dei territori nei confronti della politica. Mentre in Puglia, come detto, la situazione appare un poco più intricata, dopo che il candidato prescelto, il sindaco di Monopoli, ha deciso di non accettare la candidatura, che sembrava ormai cosa fatta.

Adesso la scelta sembra assai ristretta e forse sta tornando la volontà di puntare su un politico, si fa il nome del solito Mauro d’Attis di Forza Italia, che però sarebbe sempre meno convinto a correre, e resta sempre in campo la candidatura forte del sottosegretario alla salute Marcello Gemmato, che sembrerebbe a questo punto leggermente favorito.

Malgrado Antonio Tajani stia cercando di convincere gli alleati che anche in Puglia venga scelto un civico (anche se i nomi forti sul tavolo, come quelli di Vincenzo Magistà, ex direttore di Telenorba e di Sergio Fontana ex presidente di Confindustria Puglia, non convincono appieno), sembra che la scelta alla fine dovrebbe andare su un profilo politico forte.

La scelta del politico sarebbe giustificata anche dalla volontà da parte del centrodestra, di far uscire, in campagna elettorale, le tante contraddizioni delle due legislature di Emiliano, da parte di chi magari ha avuto esperienza in Consiglio Regionale in questi anni (ed è per questo che nei giorni scorsi era uscito tra i papabili, il nome di Francesco Ventola, eurodeputato ed ex capogruppo Fdi in Regione).

Ma a convincere il centrodestra che per la Puglia sarebbe meglio optare per un politico di peso, sarebbe stato anche il fatto che in Toscana, il candidato politico del centrodestra, il sindaco di Pistoia Alessandro Tommasi, avrebbe recuperato quasi 10 punti nei sondaggi, al candidato del campo largo Eugenio Giani, che mantiene comunque, per ora, un margine di vantaggio rassicurante.

Insomma, anche le partite più difficili, se si sceglie un candidato forte e ben radicato sul proprio territorio, potrebbero riservare qualche sorpresa. Le discussioni tra i dirigenti di prima fascia della coalizione, certamente rinfrancati dall’ottimo risultato delle Marche, si susseguono febbrili in queste ore. Qualcuno sostiene che si sta preparando il terreno per l’accordo tra i leader.

Accordo che potrebbe anche essere sancito addirittura oggi, quando Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi si ritroveranno insieme sul palco, a Lamezia Terme, per la chiusura della campagna elettorale di Roberto Occhiuto in Calabria, dove si voterà il 5 e il 6 ottobre. La vittoria nelle Marche ha rafforzato certamente la coalizione di centrodestra e certamente indebolito la Schlein e il centrosinistra.

Ed ecco perché nel centrodestra ora si vuole scegliere bene i candidati anche in quelle Regioni che vengono considerate, da tempo, come quasi perse. Perché le inevitabili forti turbolenze che si creeranno nel Pd, potrebbero anche avere effetti pesantissimi per tutta la coalizione, soprattutto proprio dove, come in Puglia e Campania, le tensioni nel campo largo sono ancora ben palpabili.

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