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Attacco Usa all’Iran? Svelato il bluff. Gli Stati Uniti non hanno usato le super bombe su Isfahan, il cuore dell’uranio arricchito
Gli Stati Uniti non hanno sganciato bombe anti-bunker sull’impianto nucleare di Isfahan, situato nell’Iran centrale. Lo ha riferito la CNN citando tre fonti presenti a un briefing riservato con il presidente del Joint Chiefs of Staff, Dan Caine. L’impianto di Isfahan è considerato il sito che ospita la maggior parte dell’uranio arricchito dell’Iran.
Secondo quanto riferito, durante l’incontro con i senatori USA, Caine avrebbe spiegato che le forze armate statunitensi non hanno impiegato le bombe bunker buster per colpire il sito, in quanto la profondità della struttura avrebbe potuto rendere inefficaci le munizioni. Lo riporta la CNN, che ha ottenuto informazioni da tre persone presenti al briefing e da una quarta fonte informata sull’intervento.
La rete americana sottolinea che si tratta della prima spiegazione ufficiale sul motivo per cui non è stata utilizzata la MOP (Massive Ordnance Penetrator) contro il sito di Isfahan. Gli ufficiali statunitensi ritengono che circa il 60% delle scorte di uranio arricchito dell’Iran si trovi nelle strutture sotterranee dell’impianto.
Nel corso dell’operazione dello scorso fine settimana, i bombardieri B-2 statunitensi hanno sganciato oltre dieci bombe bunker buster contro i siti di Fordow e Natanz. Per quanto riguarda Isfahan, invece, sono stati utilizzati missili Tomahawk lanciati da un sottomarino.
La CNN riferisce inoltre del briefing riservato alla presenza, oltre che del generale Caine, del segretario alla Difesa Pete Hegseth, del segretario di Stato Marco Rubio e del direttore della CIA John Ratcliffe. Un portavoce del generale Caine ha dichiarato “no comment”.
Jeffrey Lewis, esperto di armamenti e docente al Middlebury Institute of International Studies, ha dichiarato alla CNN che le immagini satellitari mostrano ingressi ai tunnel a Isfahan. “C’era un numero moderato di mezzi a Isfahan il 26 giugno e almeno uno degli ingressi dei tunnel a metà mattina del 27 risultava sgombero da ostacoli”, ha osservato.
“Se le scorte (di uranio altamente arricchito) dell’Iran erano ancora nei tunnel quando l’Iran ne ha sigillato gli ingressi, ora potrebbero essere altrove”, ha aggiunto. Secondo l’esperto, altre immagini satellitari di Planet Labs del 27 giugno mostrano l’ingresso ai tunnel aperto.
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