Rinnovo Patente? Facile ed Economico

image

Radical chic, un “problema” anche francese. Il caso Louis Boyard fa discutere

Evidentemente la frase “i comunisti col Rolex” non è solo il refrain di una canzone dei rapper J-Ax e Fedez di qualche anno fa, ma rappresenta più prosaicamente forse un vezzo che appartiene a molti cosiddetti progressisti, che Tom Wolfe agli inizi degli anni 70 definì in maniera assai appropriata come radical chic. Un termine diventato di uso comune anche qui in Italia, dopo che Indro Montanelli lo usò per definire chi, come la famosa intellettuale Camilla Cederna difendeva l’anarchico Pinelli. Un termine che si attaglia alla perfezione a una gran fetta della sinistra intellettuale e borghese italiana, che dagli anni 70 si è tramandata di generazione in generazione fino ai giorni nostri. Una sinistra che ostenta idee di sinistra radicale, spesso dai loro lussuosi salotti dei centri storici (che sono gli unici luoghi ormai dove la sinistra riesce a superare le destre), magari sorseggiando una flûte di ottimo champagne soprattutto per moda, snobismo o ricerca di consenso, senza ovviamente rinunciare minimamente al proprio stile di vita agiato. Un esempio di tutto ciò si è avuto, pochi mesi fa con il Tesla’s affaire dei Fratoianni’s.

Lo “scandalo” scoppiò quando si scoprì che il leader della sinistra italiana Nicola Fratoianni e la sua compagna Elisabetta Piccolotti, quella che si lamentò per la levataccia di alzarsi alle 6 per studiare, a febbraio dello scorso anno a causa di una mozione da discutere in Aula, si muovono per Roma con una costosa fuoriserie Tesla ( solo 45000 euro si giustificò la Piccolotti, quando si dice la toppa peggio del buco). Ma questo vezzo della sinistra di predicare bene e razzolare male, quando si parla di ricchezza e di suoi status symbol, evidentemente non riguarda solo la sinistra italiana, a indicare dal clamoroso episodio accaduto con un politico francese di estrema sinistra, qualche giorno fa.

Un video rilanciato migliaia di volte sui social di due giorni fa ritrae, infatti, Louis Boyard, il più giovane deputato dell’Assemblea nazionale francese (26 anni) di La France Insoumise (LFI) il partito della sinistra radicale fondato da Jean-Luc Mélenchon, sfilarsi il suo costoso orologio Rolex al polso, prima di essere intervistato da una televisione francese. E non poteva essere altrimenti considerando le dure frasi che doveva gettare contro i suoi nemici (sempre a parole s’intende) i grandi ricchi francesi: “Gli ultra-ricchi guardano tutto questo dall’alto in basso, sorridendo. Quando si redige un bilancio, lo si fa in base alla vita delle persone”.

Un gesto innocuo certo, ma che ben rappresenta la profonda ipocrisia di chi alimenta, anche con toni eccessivamente accesi, lo scontro sociale (ricordate la campagna di qualche anno fa di Rifondazione comunista “Anche i ricchi piangono”), per poi godere dei lussi e degli agi che il benessere gli garantisce. Il deputato francese, così come i Fratoianni, si è giustificato maldestramente. Ma il problema di fondo rimane e riguarda quella sorta di riflesso incondizionato di odio – amore dei comunisti verso i ricchi. Lo «psicologo dei lager», Viktor Frankl, psichiatra ebreo sopravvissuto all’Olocausto, l’ha studiato bene e gli ha dato un nome: invidia.

Rinnovo Patente? Facile ed Economico

Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet