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Altro che big tech IA: Poste Italiane domina Piazza Affari con un rally da record
Chi avrebbe mai detto che nel 2025, l’anno in cui l’intelligenza artificiale doveva conquistare tutto, il titolo che ha stupito davvero i mercati non fosse Nvidia o qualche startup americana, ma Poste Italiane? Eppure è andata così: da gennaio a oggi, come riporta Money, le azioni della storica “società gialla” hanno guadagnato il 37%, avvicinandosi al +40%, mentre Nvidia ha perso terreno, chiudendo con un -1,97%. Un confronto che fa sorridere, certo, ma che dice molto su come funziona davvero il mercato.
Poste Italiane è sempre stata vista come un titolo “tranquillo”, insomma un’azienda solida, sì, ma senza grandi scossoni o picchi spettacolari. E proprio questa sua stabilità si è rivelata il punto di forza in un periodo incerto, dove la volatilità (in gran parte dovuta ai dazi di Trump) sui titoli tech ha iniziato a pesare. D’altro canto il suo rally in Borsa non è arrivato per caso: è frutto di conti solidi, dividendi generosi, scelte strategiche azzeccate e, soprattutto, fiducia da parte degli investitori. Partiamo dai numeri. Il 2024 si è chiuso per Poste con ricavi in crescita del 5%, a 12,59 miliardi di euro, meglio delle attese degli analisti. Il risultato operativo adjusted è salito del 13%, arrivando a 2,96 miliardi. Anche l’utile netto è migliorato: 1,99 miliardi contro 1,92 dell’anno precedente.
Non solo. La posizione finanziaria netta, cioè la cassa, è salita a 4,34 miliardi, in netto miglioramento. Nel quarto trimestre, poi, i ricavi hanno toccato 3,36 miliardi e l’utile netto si è attestato a 418 milioni: segni chiari di una crescita costante e non improvvisata. A tutto questo si è aggiunto un dividendo d’oro nel 2025: Poste ha staccato una cedola del 3,95%, in aumento del 35% rispetto all’anno prima. Anche il prezzo dell’azione ha fatto la sua parte: ha superato i 18 euro per la prima volta in dieci anni, ed è salito stabilmente sopra i 19 euro a inizio giugno. Tutto questo ha quindi attirato nuovi investitori, anche istituzionali.
Ma non si tratta solo di numeri. Negli ultimi tempo Poste ha saputo reinventarsi bene: ha rafforzato la sua presenza nella logistica e nei servizi digitali, ha completato l’acquisizione del 15% di TIM da Vivendi, diventando il primo azionista con il 24,81% delle azioni ordinarie e il 17,81% del capitale sociale. Tutti elementi che hanno aumentato l’appeal del titolo. Insomma il +37% di Poste Italiane nel 2025 cela un messaggio chiaro: i mercati, quando cercano sicurezza e valore reale, sanno ancora premiare i fondamentali. E Poste, quest’anno, ha dimostrato che il “vecchio stile” può ancora vincere.
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