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<em>Da Marcello Camici</em>
Nel 1718 Domenico Bianconi è stato condannato dal governatore di Portoferraio a quattro anni al carcere delle Stinche in Firenze.Ha commesso il delitto di sodomia. La pena di carcerazione a lui comminata non sembra particolarmente severa per il reato commesso : il delitto di sodomìa.
Per tale delitto la pena prevista è quella di morte.
Il delitto di sodomia sin dal medioevo è infatti ritenuto crimine la cui devianza comporta l’ira divina per cui l’elemento espiatorio è il fuoco, metafora della condanna alla fornace infernale. Pertanto la pena indicata per il sodomita è quella di morte al fuoco del rogo. Andrea Zorzi spiega perché il fuoco è la pena per la sodomìa : il fuoco infatti “sprigiona i suoi poteri purificatori disperdendo le membra del diverso (contagioso perché potenziale corruttore degli altri membri della società)e,insieme con esse ,anche gli spiriti maligni che vi allignavano.Rispondeva alle stesse preoccupazioni anche l’arsione dei luoghi del delitto come le case in cui si fosse praticata la sodomìa”
(Cfr pg 409 di “Rituali di violenza ,cerimoniali penali,rappresentazioni della giustizia nelle città italiana centro-settentrionali(secoli XIII-XV)” Andrea Zorzi .Relazione tenuta al convegno internazionale di Trieste (2-5 marzo 1993) https://www.persee.fr/doc/efr_0000-0000_1994_act_201_1_4437
Nel 1786 Pietro Leopoldo granduca di Toscana abolendo la pena capitale per tutti i reati, è diventato non solo il primo sovrano occidentale ad averlo fatto, ma anche il primo sovrano che abolì la pena di morte per la sodomia (condanna sostituita da quella del carcere e dei lavori forzati)
Nel 1718 Domenico Bianconi ,fiorentino,che ha commesso il delitto di sodomìa non è stato condannato al rogo come ancora agli inizi del settecento è previsto.
Forse perché dal governatore di Portoferraio che gli ha inflitto la pena a cinque anni di carcere alle Stinche,è stato ritenuto “preteso sodomita Agente ” come il Bianconi stesso scrive nella supplica al sovrano , cioè reo del delitto ma con dubbio .
Non è il carcere delle Stinche, eretto in Firenze, pena capitale però pur sempre pena molto severa essendo la vita dentro il penitenziario particolarmente dura : i carcerati sopravvivevano tra privazioni e stenti . https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Giuseppe_Conti_Firenze_vecchia,_Firenze_1899.djvu/453
Non esiste più.
Le Stinche era una costruzione quadra, recintata da un muraglione altissimo, ben diciotto metri, continuo e privo di aperture. Un unico ingresso : una porticina con sopra scritto Oportet misereri (occorre compatire, alludendo a come il mantenimento dei detenuti fosse basato sulla carità dei privati, non sul denaro pubblico).Il popolo la chiamava la “Porta della miseria”.
Il Bianconi condannato a Portoferraio a quattro anni di carcere fiorentino delle Stinche, avendo già fatto sei mesi di carcerazione dalla sentenza prima di essere stato trasferito alle Stinche, supplica il granduca di volergli riconoscere (bonificare)questo periodo e chiede la grazia per il restante .
Carlo Rinuccini, segretario di guerra, chiede all’Auditore Fiscale di informare sulla vicenda .
Questa la supplica del Bianconi integralmente trascritta:
“ Altezza Reale
Domenico Bianconi fiorentino stato condannato dal Governatore di Portoferraio il dì 22 ottobre 1718 a dover stare quattro anni alle Stinche per preteso sodomita Agente, dove essendo stato condotto il dì 5 aprile 1719 ,cioè sei mesi dopo la date della sentenza ,e perciò patita per quel tempo la carcerazione
Supplica Vostra Altezza Reale volerli far bonificare per detta pena di tempo e farli grazia del restante .Che della grazia. Quam Deus
Il Fiscale informi
Carlo Rinuccini li 12 ottobre 1721”
(FILZA “ Suppliche 1600-1730”C5. Carta senza numero di pagina .Carteggio del governatore .Archivio preunitario del comune di Portoferraio.Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799.Archivio storico comune di Portoferraio)
Domenico Vannucchi, Auditore Fiscale informa che il Bianconi sin dal 1712 sodomizza il ragazzo Pietro Tredici.
Questa la informazione dell’Auditore integralmente trascritta:
“Altezza Reale Il Supplicante con sentenza del Governatore di Portoferraio del dì 22 ottobre 1718 fu condannato in anni quattro di carcere nelle Stinche perchè fin dal mese di ottobre 1712 sodomizzava Gio. Pietro Tredici ragazzo d’otto anni in nove anni.L’Oratore suddetto si trova in carcere e raffronta patire detta pena da 5 aprile 1719 e perciò
Supplica Vostra Altezza Reale farli grazia del restante che è quanto leggo rappresentare alla Reale Altezza Vostra alla quale fo umilmente reverenza
Di Vostra Altezza Reale
Dal Fisco
Umilissimo Servitore
Domenico Vannucchi Auditore Fiscale”
(Filza. Idem come sopra)
Ma la supplica viene respinta con la parola: “Agl’ordini”
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