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Ex consigliere comunale, l’accademico ha ricoperto decine di incarichi per lo Stato e in società di rilievo nazionale
PISA. Non stava bene da un paio di settimane. Un malessere che sembrava passeggero. Poi un malore più serio lo ha colpito in casa, dopo la cena con i suoi familiari. E non c’è stato niente da fare. È una morte improvvisa quella che priva i familiari e il mondo accademico pisano e non solo di una figura di primo piano nell’ambiente degli economisti italiani. Di diritto può essere considerato uno dei padri dell’Economia aziendale in Italia. Il professor Umberto Bertini, 85 anni, origini sangiulianesi, emerito dal 2012 di Strategia e Politica aziendale all’università di Pisa e insignito dell’Ordine del Cherubino, è venuto a mancare venerdì sera.
Quello che in un’intervista al Tirreno si definì un architetto mancato dopo il diploma di geometra («papà per me ambiva al posto fisso»), fin dall’adolescenza aveva rilevato di possedere un talento versatile per gli studi. E per i numeri, soprattutto. Ordinario a 37 anni e preside della Facoltà di Economia a Commercio dal 1974 al 1981, negli anni Sessanta il professor Bertini si occupò anche di politica. Dal 1966 e per 15 anni fu in consiglio comunale nelle file della Dc. Anni turbolenti di scontri e confronti in una Pisa che offriva un terreno fertile per la contestazione del ’68.Decine gli incarichi ricoperti per istituzioni statali e società private di livello internazionale (Eni, Enel, Alitalia tra le altre). Oltre a presiedere varie istituzione di settore, il professor Bertini dal 1991 al 2002 ricevette un incarico particolare. Doveva fare le pulci ai bilanci dei partiti politici. Seguiranno consulenze per i Senato, la Camera, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati. E poi i ministeri, Banca d’Italia, Consob, Anas, Rai e dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Ferrovie dello Stato. Nel privato la sua opera viene richiesta nel mondo bancario nazionale e locale, Capitalia, Unicredit, Banca Intesa, Ferrovie dello Stato, Cassa di Risparmio di Livorno.
Decine di incarichi in parallelo all’attività di docenza che nel 2005 arrivano a una sintesi che prende forma con l’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana con il grado di Cavaliere di Gran Croce conferita dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.Il professor Giancarlo Di Stefano è stato un suo allievo e ora è ordinario alla Universitá Parthenope di Napoli: «L’eredità trasmessaci dal professor Bertini va molto al di là dei suoi pur numerosissimi lavori e dai moltissimi allievi che stanno in tutte le università italiane, ma risiede proprio nell’insegnamento che ci lascia ovvero quello di un spirito libero da convenzioni, schemi e false certezze che ha sempre agito con una umanità unica». L’accademico lascia la moglie Daniela e figli Silvia, Chiara, Andrea, Luca. L’ultimo saluto lunedì 28 marzo alle 10.30 nella chiesa del cimitero della Misericordia di via Pietrasantina.
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