Rinnovo Patente? Facile ed Economico

image

Flussi migratori, la politica di Meloni e il governo italiano. Analisi 

La politica di Giorgia Meloni e del governo italiano, sulla gestione dei flussi migratori, da tempo viene guardata con molta attenzione da mezza Europa. Un approccio che mira a fermare gli sbarchi prima che lascino le coste africane. Una politica mirata ad accordi con i paesi da cui partono i flussi migratori clandestini verso l’Europa, e che punta, grazie al Piano Mattei, ad aiutare economicamente i paesi africani, per scoraggiare i viaggi della speranza di centinaia di migliaia di disperati.

La presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, da tempo, considera la premier italiana forse come la più lucida tra i leader europei nella strategia da adottare per la gestione dei flussi dei migranti irregolari (probabilmente non solo in quello). Ma anche il Parlamento europeo, come si è visto nell’ultimo voto, la settimana scorsa a Strasburgo, sul protocollo Italia – Albania, con i popolari massicciamente a favore (e non è la prima volta), comincia a mostrare tangibili segnali di cambiamento sul tema sempre caldo della politica migratoria.

Persino governi socialisti, come quello di Keir Starmer in Gran Bretagna, o quello di Pedro Sánchez in Spagna, sul tema migranti guardano alla politica italiana con grande interesse. Il leader, indicato anche di recente da Elly Schlein come un modello a cui ispirarsi (malgrado le innumerevoli inchieste che stanno letteralmente terremotando il PSOE e che presto potrebbero avere pesanti ripercussioni sullo stesso esecutivo), sui migranti da tempo ha un approccio assai simile a quello inaugurato da Giorgia Meloni.

Sánchez sta rinnovando la sua agenda di accordi con i Paesi d’origine, espulsioni e stimolo alla migrazione regolare, con l’esito di ritrovarsi su una lunghezza d’onda simile a quella della sua omologa italiana. Mentre Starmer, non perde occasione di indicare proprio nella politica migratoria del governo italiano un modello da seguire.

Ma secondo indiscrezioni da fonti autorevoli della Commissione Europea, rilasciate due giorni fa dalla rivista Politico, ora la Commissione sembra intenzionata a fare un passo in avanti, proprio seguendo quelli che sarebbero state le indicazioni del governo italiano. In futuro l’Europa chiederà espressamente precise garanzie ai paesi africani in cambio degli aiuti economici che ogni anno l’Europa destina loro.

Secondo il documento visionato da Politico, infatti, in futuro i paesi africani dovranno arginare le partenze dei migranti, se vorranno continuare a ricevere gli aiuti allo sviluppo dell’UE. Questa decisione sarebbe stata discussa espressamente dalla premier italiana con la presidente Von der Leyen, nel loro recente incontro a Roma, in occasione del vertice sul Piano Mattei a Villa Pamphili.

L’idea, quindi, sarebbe quella di collegare l’aiuto dell’UE ai paesi più poveri a risultati concreti nel prevenire l’arrivo di persone nel blocco. Riflette l’approccio più restrittivo dell’esecutivo UE nei confronti dell’immigrazione, dopo che i partiti di destra hanno ottenuto un sostegno sostanziale alle elezioni europee dello scorso anno.

Questo cambiamento vedrebbe l’agenda di sviluppo dell’UE allinearsi a quella del nostro paese e degli Stati Uniti, che insieme alla Gran Bretagna, utilizzano gli aiuti esteri come leva per realizzare le priorità degli elettori nazionali.”Dovrà combinare tutti gli strumenti appropriati e la necessaria leva attraverso un approccio flessibile e incentivante con, ove opportuno in questo contesto, possibili cambiamenti nell’allocazione dei finanziamenti relativi alla migrazione“, si legge nel documento che definisce il suo progetto sugli aiuti esteri nel nuovo ciclo di bilancio, che copre i sette anni a partire dal 2028.

Questo cambio di paradigma sarebbe dettato sia dalle nuove priorità della Commissione Europea, che non coinciderebbero più con quelle del Green Deal della passata legislatura, e che dopo le elezioni del 2024, con la vittoria, quasi ovunque, dei partiti di centrodestra, hanno costretto l’Europa a rivedere anche la politica migratoria, considerata fino ad ora “troppo morbida”.

Ma il vero motore di questo cambiamento nell’agenda politica europea sarebbe stato impresso proprio dalla leader italiana, Giorgia Meloni. Già nel 2023 il governo italiano aveva concluso un accordo con la Tunisia — poi adottato come base dalla Commissione — per aiuti economici condizionati al contenimento dei flussi migratori. A questo si sono aggiunte le intese con la Libia, i progetti bilaterali di sviluppo in Nord Africa e l’accordo con l’Albania per delocalizzare l’esame delle richieste d’asilo.

La Von der Leyen avrebbe rassicurato la Meloni sul suo massimo impegno nel convincere gli scettici del partito di sinistra Socialisti e Democratici e dei Verdi, il cui sostegno è necessario per approvare il nuovo bilancio al Parlamento europeo.

E questo arriva in uno dei momenti più delicati per la presidente della Commissione, che ha dovuto superare giovedì lo scoglio di una mozione di sfiducia presentata dal gruppo dell’ECR, sul presunto scandalo Pfizer Gate.

La strada, insomma, da percorrere è ancora lunga e lastricata di ostacoli, ma il fatto che i popolari, che formano di gran lunga il gruppo più numeroso a Strasburgo, siano sulla stessa lunghezza d’onda del gruppo dell’ECR di Giorgia Meloni sul tema, potrebbe certamente agevolare il compito della presidente dei popolari Von der Leyen, il cui futuro sembra essere legato a doppio filo sempre più a quello di Manfred Weber, il potente presidente del suo stesso gruppo politico.

 

Rinnovo Patente? Facile ed Economico

Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet