Rinnovo Patente? Facile ed Economico
P Diddy e gli abusi (presunti) su Justin Bieber: l’ultimo capitolo del romanzo criminale del rap Usa
“Ciò che Puff Daddy e i suoi soci hanno fatto con Justin Bieber è la cosa più triste del mondo (…) Hanno fatto sesso con lui. Odio dirlo, perché mi piace molto Justin Bieber”. Sui social le voci si susseguivano ormai da mesi. A dare ora loro corpo con parole inequivocabili (ma tutte da verificare) è Marion Suge Knight, storico produttore hip-hop della West Coast oggi in carcere per omicidio volontario. Suge Knight squarcia il velo sugli ambigui rapporti che il potentissimo produttore Sean Combs, alias P. Diddy – noto negli anni Novanta come Puff Daddy – avrebbe intrattenuto con il giovanissimo Justin Bieber, che finì sotto la sua ala agli inizi della propria carriera. Un rapporto professionale iniziato nel 2009 e proseguito sino al 2023.
Oggi Combs è stato travolto da gravissime accuse che vanno dal traffico sessuale al racket sino allo sfruttamento della prostituzione. Si trova in carcere in attesa di un processo che sta facendo tremare moltissimi protagonisti dello star system statunitense. Numerosi i vip che negli anni avrebbero infatti partecipato ai famigerati freaks off party nelle ville a Miami e agli Hamptons di Diddy. Cosa accadeva? Si sarebbe trattato di feste selvagge tra droga, sesso, violenze, minorenni costrette a fare sesso davanti alle telecamere. Nelle abitazioni del produttore sono state sequestrate centinaia di video contenenti materiale esplosivo. Sia per il contenuto che per le persone coinvolte. Il processo che inizierà a maggio si preannuncia come un terremoto. Sino ad allora, Combs resta in carcere, anche sulla scia delle denunce che gli sono nel frattempo piovute addosso per reati e violenze sessuali da parte di sue ex come Cassie Ventura (impressionante il video in cui la trascina per i capelli nella hall di un albergo) e di decine di donne e uomini che avrebbero dichiarato di essere stati abusati e picchiati durante i freaks off party.
🚨 Breaking 🚨
Diddy seen beating his x girlfriend in a hotel hallway….
I believe it’s only a matter of time before they come to lock him up…
This video was released as a warning shot… pic.twitter.com/xnhKFiJDSI
— Isaac’s Army (@ReturnOfKappy) May 17, 2024
Justin Bieber ai freaks off party di Puff Daddy: “Lo spediva in viaggio con altri uomini che abusavano di lui”
@dailymail ‘Creepy’ clip of Diddy with young Justin Bieber resurfaces. This comes days after Diddy’s home was raided by Homeland Security as part of a trafficking investigation. #usher #bieber #diddy #creepy #breakingnews #news #justinbieber #resurfaced #LA ♬ original sound – Daily Mail
Che a queste feste partecipasse anche Justin Bieber (appena 15enne agli inizi della sua carriera) è cosa da molti ritenuta come molto probabile. E in questi mesi sono riaffiorati sui social spezzoni di video dell’epoca in cui P. Diddy sembra alludere a questo. Assieme ad altre clip nelle quali il produttore pare avere un atteggiamento decisamente intimidatorio nei confronti del giovane e intimorito cantante. Immagini che oggi destano ancora più impressione.
@dailymailau The footage of the pair has resurfaced online after Sean ‘Diddy’ was arrested on sex-trafficking charges #justinbieber #bieber #bieberfever #biebertiktok #diddy #crime #creepy #gross #dailymail #fyp #australia ♬ original sound – Daily Mail Australia
Diddy “spediva Bieber in viaggi romantici con altri uomini. Con i suoi soci, Diddy abusava di lui”, ha raccontato Suge Knight a The Express Tribune. “Penso anche che tutto questo non sarebbe successo se Justin avesse avuto alle spalle una famiglia benestante. Proviene da una famiglia povera, ma il ragazzo era così talentuoso che avrebbe potuto essere più grande di Michael Jackson”. Ed ancora: “La questione delle droghe e delle cose che Diddy ha permesso a questi uomini di fare a Justin, è malsana e schifosa. Le attività illecite che questi uomini facevano con Bieber erano inaccettabili”. Parole che, è bene ribadirlo, dovranno trovare conferma nelle appropriate sedi.
Ma non è un mistero che l’arresto di Diddy ha fortemente turbato Justin Bieber. Di cui colpisce un altro video riemerso in questi mesi, quello in cui visibilmente emozionato offre a Billie Eilish, altro talento esploso giovanissimo, il proprio supporto per evitare che la giovane artista si ritrovi a vivere le medesime situazioni da lui vissute. Altri indizi secondo i commentatori del web dei demoni del passato che tormentano Bieber. Speculazioni, ad oggi. Ma il processo si avvicina.
@pagesix #JustinBieber opens up about his experience as a child in the music industry and using his platform to help ‘protect’ #BillieEilish who may be prone to similar experiences.
♬ original sound – Pagesix | Celebrity Gossip
Hip hop Usa e criminalità: una lunga scia di sangue e di morti
Un punto fermo sembra esserci. La carriera tra musica e criminalità di Sean Combs appare giunta al capolinea. Una parabola che incarna più di qualsiasi altra gli oscuri principi del gangsta rap. Emerso da un reale sostrato di disagio e violenza e che da ormai quaranta anni insanguina le strade statunitensi. Perchè se è vero che gravissime sono le accuse rivolte a P. Diddy, la scena hip hop statunitense conta anche una lunghissima serie di omicidi, frutto dell’escalation della rivalità tra gang rivali.
Se la prima vittima eccellente fu Scott La Rock, membro del gruppo Boogie Down Productions, ucciso nel 1987 a New York, la faida che tutti ricordano è quella che vide contrapposta la East Coast e la West Coast negli anni Novanta. Nel settembre del 1996 a morire a Las Vegas fu Tupac Shakur, esponente di spicco della West Coast dominata dalla Death Row Records di Suge Knight. Sei mesi dopo, nel marzo del 1997, fu la volta di The Notorious B.I.G., punta di diamante della East Coast newyorchese. La cui etichetta principale era proprio la Bad Boy Records di Puff Daddy. Già all’epoca figura centrale nella scena hip hop e nell’alimentare la rivalità con la costa ovest.
Ma l’elenco di vittime è lunghissimo. Qualche nome? Paul C, produttore e DJ, assassinato nel 1989, Charizma, rapper, ucciso nel 1993, Stretch, collaboratore di Tupac Shakur, assassinato nel 1995, Seagram, rapper di Oakland, ucciso nel 1996, Yaki Kadafi, membro degli Outlawz e collaboratore di Tupac, ucciso nel novembre 1996, Big L, rapper di Harlem, ucciso nel 1999, Freaky Tah, membro dei Lost Boyz, assassinato nel 1999. Ed ancora altre uccisioni che fecero rumore: Jam Master Jay, DJ dei Run-D.M.C., nel 2002, Proof, membro dei D12 e amico di Eminem, ucciso nel 2006, Lil Phat, rapper di Atlanta, assassinato nel 2012.
La scia di sangue giunge sino ai nostri giorni: nel 2018 è stato ucciso XXXTentacion, rapper della Florida, nel 2020 hanno perso la vita Pop Smoke e King Von, nel 2021 è stato ucciso Young Dolph, nel 2022 PnB Rock.
Vicende criminali che (per fortuna) fanno impallidire le gesta degli emuli nostrani, facendole sembrare baruffe tra bambini ai giardinetti. Da Fedez che guida l’agguato contro il personal trainer Cristiano Iovino alle risse tra i trapper Simba La Rue e Baby Gang.
Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet