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Chi è Tyler Robinson, l’assassino di Charlie Kirk
Si chiama Tyler Robinson il giovane di 22 anni arrestato per l’omicidio dell’attivista politico conservatore Charlie Kirk, avvenuto l’11 settembre all’interno della Utah Valley University (Uvu) di Orem. L’arresto è avvenuto la stessa sera, intorno alle 23, nella sua abitazione di St. George, città del sud dello Utah situata a circa 400 km dal campus e non distante dal Parco nazionale di Zion. A confermare l’identità del killer è stato il governatore repubblicano dello Utah, Spencer Cox.
Tyler era nato e cresciuto in una famiglia mormone: i genitori, Matt e Amber Robinson, sposati da 25 anni, vivono con i tre figli a St. George. Entrambi risultano registrati come repubblicani. Il padre è poliziotto, la madre casalinga. Dai social emergono immagini di una famiglia apparentemente unita e felice, con vacanze in Alaska o a Disneyland e orgoglio per il percorso accademico del primogenito.
Nel 2020, infatti, Tyler aveva ottenuto una borsa di studio di 32mila dollari per studiare alla Utah State University, salvo abbandonare dopo un solo semestre, nel 2021, per poi iscriversi al Dixie Technical College, dove frequentava il terzo anno per diventare elettricista.
Fin da bambino è cresciuto circondato dalle armi: molte foto lo mostrano con fucili, pistole e persino con un bazooka. In altre compare mascherato da Donald Trump ad Halloween o in posa con i fratelli più piccoli. Nonostante la matrice repubblicana della famiglia, secondo alcuni parenti e amici negli ultimi anni Tyler si sarebbe orientato verso posizioni politiche più radicali, critiche verso il conservatorismo di figure come Kirk. Un compagno di scuola lo ha descritto come “piuttosto di sinistra, unico nella sua famiglia”. Un familiare ha invece ricordato una conversazione in cui il ragazzo disse che “Kirk era pieno di odio e diffondeva odio”.
Il governatore Cox ha chiarito che la svolta nelle indagini è arrivata grazie al padre di Tyler, che lo aveva riconosciuto dalle foto diffuse dall’Fbi e, preoccupato, aveva chiesto aiuto a un pastore della Chiesa mormone: quest’ultimo ha poi avvertito lo sceriffo della contea di Washington, permettendo l’arresto.
Le accuse e i dettagli dell’attacco
Robinson è accusato di omicidio aggravato, scarico illecito di arma da fuoco con conseguente lesione personale e ostruzione della giustizia. Secondo gli investigatori, ha pianificato l’agguato: era arrivato con una Dodge Challenger grigia, indossava pantaloncini chiari e maglietta bordeaux, poi si è cambiato in abiti scuri per confondersi meglio. Avrebbe piazzato il fucile in un cespuglio, avvolto in un asciugamano, e ne aveva discusso in chat su Discord con un conoscente, spiegando la necessità di incidere i proiettili e dotarsi di un mirino.
Alle 12:10 del giorno dell’attacco, Robinson ha sparato un singolo colpo al collo di Kirk, uccidendolo. Nei video diffusi dall’Fbi lo si vede mentre fugge saltando dal tetto di un edificio, zoppicante e con il volto coperto.
Le scritte sui proiettili
Un elemento che ha colpito l’opinione pubblica riguarda le incisioni sui proiettili usati da Robinson: mescolavano slogan antifascisti e riferimenti alla cultura online. Uno recitava: “Notices bulges OwO what’s this?”, un’espressione tipica di certe comunità digitali. Su un altro era inciso: “If you read this you are gay lmao”. Due riportavano invece messaggi politici e antifascisti: “Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao” e “Hey fascist! Catch!”, quest’ultimo accompagnato da simboli riconducibili a una sequenza di comandi del videogioco Helldivers 2.
Il contesto personale e familiare
Mentre alcuni parenti descrivono Tyler come un ragazzo timido, che non parlava mai di politica, altri hanno notato un progressivo interesse per temi ideologici e una radicalizzazione negli ultimi anni. La nonna, intervistata dal Daily Mail, si è detta “confusa”, sottolineando che in famiglia nessuno era democratico e che il figlio Matt era un convinto sostenitore di Trump.
Dopo l’omicidio, Tyler avrebbe espresso al padre l’intenzione di suicidarsi piuttosto che consegnarsi. È stato proprio il genitore, con l’aiuto di un religioso, a convincerlo a rivolgersi alle autorità, permettendo così il suo arresto senza ulteriori spargimenti di sangue.
Le parole della moglie di Kirk
Dopo l’assassinio, la moglie di Charlie Kirk, Erika Kirk, ha preso la parola in pubblico: “Se pensavate che la missione di mio marito fosse potente prima, non avete idea. Non avete idea di cosa avete appena scatenato in tutto il Paese”. La donna ha promesso di mantenere viva la memoria del marito e la sua eredità politica: “Charlie, ti prometto che non lascerò mai morire la tua eredità, tesoro. La tua voce risuonerà più forte che mai”.
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