Rinnovo Patente? Facile ed Economico

image

Oasis, caos biglietti: la reunion dei sogni diventa l’incubo globale del ticketing. Analisi 

Vi ricordate l’isteria collettiva nel momento in cui gli Oasis hanno annunciato la reunion? Quel 27 agosto 2024, due giorni prima del 30° anniversario di “Definitely Maybe”, quando per un attimo il mondo della musica si è fermato. Quindici anni dopo lo scioglimento della band più iconica del Britpop, i fratelli Gallagher tornavano insieme. Il messaggio era poetico e misterioso: “The guns have fallen silent. The stars have aligned. The great wait is over. Come see. It will not be televised.” E vi ricordate cosa è successo quando hanno messo in vendita i biglietti? Il 31 agosto 2024, alle 9:00 del Regno Unito e alle 8:00 dell’Irlanda, è iniziato quello che molti hanno definito l’apocalisse del ticketing moderno. Una lezione brutale su come il sogno di una generazione possa trasformarsi nel peggiore degli incubi digitali.

I numeri da soli spiegavano tutto: 14 milioni di persone da 158 paesi si sono lanciate sui siti di vendita per accaparrarsi uno dei 1,4 milioni di biglietti disponibili per le 17 date iniziali tra Regno Unito e Irlanda. Un rapporto di 10 a 1 che già faceva capire che sarebbe finita male. Ma gli Oasis avevano specificato chiaramente dove acquistare: solo Ticketmaster.co.uk, gigsandtours.com e seetickets.com per il Regno Unito, e Ticketmaster.ie per l’Irlanda. Nessun altro canale era autorizzato. Però, nonostante queste specifiche, quello che doveva essere un processo ordinato si è trasformato rapidamente in un caos totale, perché in pochi minuti, oltre 500.000 persone erano in coda online, mandando completamente in tilt i sistemi di Ticketmaster. Ma non era una coda normale: c’erano due file separate da superare. Una prima per accedere al sito, una seconda per poter effettivamente comprare i biglietti. Le storie sui social quindi raccontavano ore di attesa estenuante, con centinaia di migliaia di persone davanti in fila virtuale, messaggi di errore continui, sessioni che si interrompevano dal nulla e il sistema di Ticketmaster, nel tentativo di bloccare i bot, espelleva automaticamente utenti reali con il messaggio: “La tua sessione è sospesa. Qualcosa sulla tua navigazione ci porta a credere tu sia un bot”. In quel girone infernale anche le celebrità non erano immuni al disastro: Louis Tomlinson degli One Direction ha condiviso pubblicamente la sua delusione per non essere riuscito a ottenere i biglietti. In Italia, Zerocalcare, Luca Argentero e Michela Giraud hanno raccontato sui social le loro esperienze fallimentari.

Ma il vero trauma è arrivato per chi è riuscito a superare le code infinite. I fan si sono trovati di fronte a una realtà scioccante: i prezzi dei biglietti stavano aumentando in tempo reale davanti ai loro occhi. Quello che inizialmente costava 135 sterline (circa 160 euro) è schizzato a 350 sterline (oltre 400 euro), e in alcuni casi fino a 600 euro. Questo meccanismo si chiama dynamic pricing ed è una strategia che adatta i prezzi in base alla domanda istantanea: è come se ogni click, ogni tentativo di acquisto, facesse salire il prezzo. Le compagnie aeree lo usano da decenni, ma vederlo applicato ai concerti ha sconvolto i fan: “Succede con gli aerei, con Uber e con molti altri servizi, ma non si era mai visto nel Regno Unito con un concerto”, hanno commentato gli esperti del settore. Il problema è che quando prenoti un volo hai tempo per pensarci. Qui invece avevi una manciata di secondi per decidere se pagare il doppio o perdere tutto.

La rabbia dei fan si è riversata immediatamente sulla band. Come potevano i campioni della classe operaia, che cantavano per i “common people”, permettere prezzi così esclusivi? L’ironia era stridente: gli stessi che avevano scritto “Live Forever” per chi non aveva niente, ora vendevano biglietti a prezzi da ricchi, ma la risposta degli Oasis è arrivata dopo giorni di polemiche: “È necessario chiarire che gli Oasis lasciano tutte le decisioni su biglietti e prezzi interamente ai loro promoter e management, e in nessun momento erano a conoscenza che sarebbe stato utilizzato il dynamic pricing”. Una dichiarazione che suonava come uno scaricabarile bello e buono, ma che rivelava anche la complessità dell’industria musicale moderna, dove spesso gli artisti non sanno nemmeno come vengono venduti i loro biglietti.

Perciò, nel giro di ore, i biglietti sono comparsi sui siti di rivendita non autorizzata a prezzi completamente fuori di testa. Su Viagogo sono stati avvistati biglietti a 13.225 euro, su StubHub addirittura a 1.243.000 euro (probabilmente un errore di battitura, ma comunque sintomatico della follia del momento). La situazione era così grave che commercianti dalle vendevano 27 biglietti a 953 euro ciascuno, mentre rivenditori da Brasile, Dubai, Paesi Bassi, Spagna, Germania e Ucraina speculavano sui sogni dei fan. Insomma, il mondo intero si era trasformato in un grande mercato nero digitale.

Il caso Oasis ha scatenato anche un terremoto politico. La Commissione Europea e il governo britannico hanno aperto indagini sul dynamic pricing. La Competition and Markets Authority del Regno Unito ha investigato se Ticketmaster avesse violato le leggi sulla protezione dei consumatori e europarlamentari come Brando Benifei hanno definito il dynamic pricing “una pratica chiaramente lesiva per i consumatori”, mentre la ministra britannica Lisa Nandy ha dichiarato: “È deprimente vedere prezzi enormemente gonfiati che escludevano i fan dai concerti”. Era la prima volta che l’Unione Europea si muoveva così velocemente per un problema di biglietti per concerti. Evidentemente il caso aveva toccato un nervo scoperto. Nel frattempo, nel tentativo di rimediare al disastro, i promoter Live Nation e SJM hanno annunciato l’annullamento di 50.000 biglietti acquistati su siti non autorizzati. Questi ticket sono poi stati rimessi in vendita su Ticketmaster al prezzo originale ed è stata anche annunciata una politica di tolleranza zero: chiunque avesse comprato biglietti su piattaforme non ufficiali o a prezzi superiori al valore nominale, si sarebbe visto rifiutare l’ingresso ai concerti. Una mossa che sembrava giusta, ma che arrivava decisamente troppo tardi. Ma la pressione delle polemiche ha avuto almeno un effetto concreto: per le date americane del tour, gli Oasis hanno abbandonato il meccanismo dei prezzi dinamici. Una decisione che suonava come un’ammissione di colpa tardiva, che dimostrava però, quanto la protesta dei fan europei sia stata efficace. Peccato che questa “lezione” sia arrivata solo per il mercato statunitense, mentre i supporter europei che hanno subito il dynamic pricing sono rimasti con l’amaro in bocca e le tasche vuote. Come dire: grazie per essere stati le nostre cavie.

Ma il caos non si è fermato alla vendita iniziale: mesi dopo, è emerso un nuovo scandalo che ha dimostrato quanto il sistema fosse completamente marcio. La storia di Dacia, una fan italiana che ci ha contattati, racconta una realtà ancora più allarmante. Nel 2025 – quasi un anno dopo la vendita iniziale – i problemi continuano ancora oggi. Dacia aveva comprato regolarmente i suoi biglietti per il concerto dell’8 agosto, ma poi ha dovuto rivenderli tramite la piattaforma ufficiale di Ticketmaster, l’unico canale autorizzato per evitare il bagarinaggio.

Gli screenshot delle e-mail con il customer service di Ticketmaster UK raccontano una storia da incubo:

27 maggio 2025: Dacia contatta Ticketmaster perché non ha mai ricevuto il rimborso per i biglietti rivenduti tramite la loro piattaforma ufficiale. L’ordine 1XXXX/UK3 risulta venduto, ma i soldi non arrivano mai.

29 maggio: Il team risponde con un messaggio generico del tipo “siamo molto impegnati, ci vorrà più tempo del solito per rispondere”.

30 maggio: Teodorico di Ticketmaster UK risponde con la solita trafila burocratica, spiegando che “effettuiamo sempre il rimborso sulla carta utilizzata per la prenotazione”, ma ammette che se il conto è chiuso, dovranno trovare un metodo alternativo.

30 giugno: Dopo un mese, Matthew di Ticketmaster UK comunica che “i nostri archivi mostrano che la tua domanda è già stata risolta, quindi chiudiamo questo ticket”. Ovviamente, nulla era stato risolto.

4 luglio: Dacia insiste e spiega la situazione: “Ho controllato tutto il mio conto corrente. Non esiste un vostro bonifico. NON HO RICEVUTO NESSUN BONIFICO”.

La realtà è che Ticketmaster ha venduto lo stesso biglietto due volte: una volta a Dacia, che lo ha poi rivenduto tramite il loro sistema ufficiale, e una seconda volta al nuovo acquirente, ma i soldi del primo acquisto non sono mai stati restituiti. Come ci scrive amaramente Dacia: “Questi biglietti sono stati venduti da loro due volte. Chissà a quale prezzo!” Questo significa che Ticketmaster non solo ha applicato prezzi dinamici gonfiati, creato code infinite e sistemi che non funzionavano, ma ha anche doppiamente monetizzato lo stesso biglietto, intascando sia il pagamento originale che quello della rivendita.

La vicenda Oasis ha perciò messo a nudo tutti i problemi strutturali dell’industria del live entertainment. Il monopolio di Ticketmaster: quando un’unica piattaforma controlla la maggior parte delle vendite, i consumatori non hanno alternative e possono solo subire. Il dynamic pricing: una pratica che trasforma l’acquisto di un biglietto in una lotteria dove vince chi ha più soldi, non chi è più fan. Il secondary ticketing: un mercato parallelo che si arricchisce sulla disperazione dei fan, spesso con prezzi assurdi e rischi di truffe. La complessità contrattuale: artisti che non sanno come vengono venduti i loro biglietti, promoter che scaricano responsabilità, piattaforme che si nascondono dietro algoritmi. E infine, il customer service inesistente: quando hai un problema, buona fortuna a risolverlo.

Ma nonostante tutto questo caos, il tour degli Oasis è partito regolarmente: Cardiff, Manchester, Londra, Edimburgo, Dublino… I fratelli Gallagher sono tornati a suonare insieme dopo 16 anni, probabilmente ignari di aver scatenato una delle più grandi controversie nella storia della vendita di biglietti per concerti. La reunion c’è stata, i biglietti (quelli veri) sono stati venduti, e milioni di fan vivranno il loro sogno. Ma il prezzo pagato – non solo economico, ma in termini di fiducia nel sistema – è stato altissimo. E per alcuni, come Dacia e migliaia di altri fan, la beffa continua ancora oggi. “Don’t look back in anger”, cantavano gli Oasis, ma dopo quello che è successo il 31 agosto 2024, e quello che continua a succedere con il sistema di rivendite fantasma, per molti fan sarà davvero difficile non farlo.

Rinnovo Patente? Facile ed Economico

Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet