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Negoziati a Gedda, per Zelensky è tempo di “mostrare le carte”. Putin studia le sue mosse
Il giorno dei negoziati è arrivato, oggi in Arabia Saudita si vedranno le delegazioni di Stati Uniti e Ucraina per il primo vero confronto dall’inizio della guerra. Zelensky, che non sarà presente al tavolo, sa che dovrà fare concessioni per non fare precipitare le cose e la prima apertura sarà quella sulle terre rare. L’Ucraina vuole accontentare gli Stati Uniti sui minerali preziosi, l’ipotesi più probabile resta quella di una divisione dei futuri guadagni da quel settore. Trump è convinto che l’accordo che tra le parti sia vicino e già tra oggi e domani potrebbero arrivare le firme. Ma questo sarà solo il primo passo perché poi servirà apertura anche nei confronti di Putin.
Parlando con i reporter al seguito, il segretario di Stato Usa Rubio – riporta Il Corriere della Sera – è stato molto cauto, spiegando che al momento si cerca di sondare la disponibilità ucraina “a fare concessioni sui territori che la Russia ha conquistato” a partire dal 2014. “Potrebbe aiutare una loro dichiarazione, in cui ammettono che è tempo di mettere fine a questa guerra tanto costosa in termini di vite umane. Noi non intendiamo porre alcuna condizione. Vogliamo vedere dove gli ucraini siano pronti ad arrivare e poi andare a verificare cosa sono pronti a fare i russi, per capire quanto distanti siano le due posizioni“, ha detto.
Da Gedda i membri della delegazione ucraina, che comprende sia il ministro della Difesa Rustem Umarov che quello degli Esteri Andriy Sybiha, fanno sapere che proporranno un “cessate il fuoco parziale“, che includa sia la battaglia sul Mar Nero che i tiri di missili a lungo raggio. Per poter avviare i primi veri contatti con i russi potrebbe facilitare un massiccio scambio di prigionieri di guerra tra le due parti già nelle prossime settimane.
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