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“Questa è una risposta vera che viene dal basso, con l’obiettivo di arrivare a Gaza e portare aiuti umanitari”

Dall’inizio del suo mandato, l’eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra Benedetta Scuderi si è impegnata per la causa palestinese con diverse iniziative. Tra queste, l’organizzazione della conferenza internazionale “Should we call it Genocide?” al Parlamento europeo con esperti, giornalisti e attivisti. Nello scorso maggio Scuderi ha inoltre preso parte alla Carovana solidale che ha raggiunto il valico di Rafah per denunciare il blocco degli aiuti umanitari diretti a Gaza. Per lei anche l’in bocca al lupo di Angelo Bonelli: “Buon vento Benedetta, buon vento alla Global Sumud Flotilla. Con te, con Gaza, con chi lotta per la dignità e per la vita”

“Ho deciso di imbarcarmi sulla Global Sumud Flotilla perché la complicità di governi e tantissimi politici con il genocidio e la pulizia etnica in corso a Gaza continua ad impedire una risposta credibile da parte delle Istituzioni”, afferma l’europarlamentare di AVS ad Affaritaliani. “Dobbiamo scuotere le coscienze: davanti agli occhi del mondo prosegue incessante un ‘genocidio in diretta’ e ci sentiamo completamente impotenti. È per questo che come parlamentare, come attivista, ma soprattutto come essere umano, sento il dovere di esserci con il mio corpo. Mettermi a disposizione per un gesto collettivo di coraggio è qualcosa che sento necessaria per contrastare l’inazione delle Istituzioni di cui faccio parte. Parliamo di una delle più grandi missioni umanitarie di sempre, che proverà a rompere l’assedio di Israele e creare un corridoio umanitario via mare per dare respiro ad una popolazione stremata dalle bombe, dalla fame e dalla sete”, afferma Benedetta Scuderi. 
 


crediti: Margherita Dametti – Global Movement to Gaza delegazione italiana

“Abbiamo già avuto prova – prosegue poi l’europarlamentare – del fatto che il governo israeliano non conosce limiti nel portare avanti la sua azione in violazione del diritto internazionale. Ha anche affermato di volerci trattare come terroristi. Da ciò derivano rischi concreti e gravi per chi sarà imbarcato con la Flotilla. Ma questo non ci fa desistere né ci intimidisce. In questi giorni mi stanno chiedendo se ho paura: sì, ho paura. Ma la mia paura non supera neanche lontanamente quanto sono arrabbiata. Soprattutto se penso a tutte le parole e le azioni spese per la causa palestinese tra i banchi del Parlamento, davanti ad un’Europa che con Ursula von der Leyen e la sua Commissione non sta facendo niente, così come il governo Meloni. Nessuno e nessuna di noi vorrebbe andare incontro alle intemperie e ad un governo che afferma di volerci trattare come terroristi. Non c’è nessun divertimento, c’è necessità ed urgenza di questa iniziativa. Questa è una risposta vera che viene dal basso, con l’obiettivo di arrivare a Gaza e portare aiuti umanitari e con l’auspicio che, dopo questa missione, a portare aiuti non saranno più navi civili, ma le navi dei governi nazionali. Che si riesca veramente a rompere l’assedio e fermare il genocidio con azioni concrete”. 

E sulla risposta di Meloni in merito alla protezione delle persone a bordo della Flotilla, Scuderi aggiunge: “Ne prendo atto e mi auguro che vengano mantenute tutte le relative garanzie. Quello che da più parti si chiede, però, è un supporto formale alla Flottilla, perché non si tratta di un’azione simbolica, ma di una missione per cercare di interrompere l’assedio a Gaza. Al netto del riferimento a ‘Food for Gaza’, la cui efficienza è ancora molto discutibile, le iniziative che potrebbe intraprendere il nostro governo sono ben altre, ma invece continua a nascondersi dalle proprie responsabilità, continua ad opporsi ad ogni iniziativa concreta proposta in Europa e continua a non assumere una posizione ufficiale contro il genocidio”.

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