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Meloni, ponte con la Casa Bianca, non darà mai l’assenso ad azioni europee senza alcuna rassicurazione che la relazione con Washington siano confermate al 100%

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte. L’incontro ha permesso uno scambio approfondito in preparazione del prossimo Vertice NATO, con particolare riferimento alle spese per la sicurezza collettiva e alla costruzione di un’industria per la difesa sempre più innovativa e competitiva, in complementarità con l’UE. Nel corso del colloquio è stato riaffermato il sostegno all’Ucraina e il ruolo dell’Alleanza atlantica quale pilastro imprescindibile per la difesa collettiva, nonché l’importanza di un approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica.

Così la nota ufficiale di Palazzo Chigi, dopo la calorosa (vista anche la temperatura bollente a Roma e non solo) di Giorgia Meloni a Mark Rutte, leader della NATO, con baci e abbracci. In realtà quello che c’è dietro il comunicato della presidenza del Consiglio cela la massima cautela di Meloni in politica estera, anche e soprattutto in vista dell’imminente vertice dell’Alleanza Atlantica. Per quanto concerne l’aumento delle spese militari, vista la forte opposizione della Lega, la premier è cauta e dopo essere arrivati al 2% del Pil un ulteriore innalzamento fino al 3,5% è rimandato di almeno cinque o addirittura sette anni. Comunque dopo il 2030, nulla di imminente.

E anche sull’ipotesi di un esercito comune europeo la prudenza è massima e i passi vanno ben ponderati perché Meloni non intende affatto essere una pedina delle mire espansionistiche né del presidente francese Emmanuel Macron, con il quale i rapporti sono migliorati dopo l’ultimo faccia a faccia, né del cancelliere tedesco Friedrich Merz, legatissimo ad Antonio Tajani vista l’appartenenza comune al PPE. Il punto chiave della nota di Palazzo Chigi sta nell’ultima riga ovvero “l’importanza di un approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica” che significa tenere forte il rapporto con gli Stati Uniti di Donald Trump.

Meloni, ponte con la Casa Bianca, non darà mai l’assenso ad azioni europee senza alcuna rassicurazione che la relazione con Washington siano confermate al 100%. Sia sul fronte delle relazioni internazionali in generale sia sul tentativo di Trump di mettere fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Sostegno totale a Kiev, scontato, ma a questo punto è il momento di far parole meno le armi e di più la diplomazia. Questa la linea della premier nell’incontro bilaterale con Rutte. Anche se a fine giugno nel vertice NATO sarà stabilito l’obiettivo della spesa militare al 5%, se ne parlerà, come detto, dopo il 2030. Per ora abbiamo raggiunto il 2% ed è già tanto. Step by step, con calma. E rapporto stabile e forte con la Casa Bianca.

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