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E’ nata “Frontale”, la mia newsletter con qualche riflessione (su Milano e non solo), qualche inside e qualche racconto di quel che mi capita e che ho visto. La prima puntata? Su Caltagirone che prende la metro… Ci si può iscrivere qui: https://frontale.substack.com
Tutti sono i benvenuti, a Milano
Ieri ho parlato di Luca Paladini e della sua scelta di andare a sfilare al gay pride in terra di Orbàn (tra l’altro con la bravissima presidente del consiglio Buscemi e altri). Per la serie “bisogna avere coraggio”, c’è un’altra persona della quale vorrei occuparmi, che si chiama Daniele Nahum. Consigliere comunale, ex responsabile della cultura del Pd di un tempo, oggi tra le fila di Azione, appartenente alla comunità ebraica, impegnato a difendere Israele in un momento nel quale anche i più filoisraeliani fanno fatica. Come una cartina di tornasole, alla fine gratta gratta antichi odi tornano alla luce. Odi antichi, da una certa destra fascistella ma pure da sinistra. Quella sinistra che odia il denaro (perché ce l’ha), e la proprietà privata perché ancora, in fondo, è ferma al comunismo sovietico.
Milano è responsabile dei propri muri (e dei propri esponenti politici)
Ora, io Daniele lo conosco da mille anni. Da quando si alzava nel cuore della notte per infornare il pane. E sapevo che non sarebbe stato zitto (come, devo dire, buona parte ma non tutta la politica cittadina e nazionale), rispetto ai cartelli blu “Israeli not welcome” apparsi in varie zone della città (QUI). Una cosa della quale la città dei diritti, la nostra amata Milano, dovrebbe vergognarsi. Nahum ha denunciato, forte, con una voce spesso sola nel centrosinistra in consiglio. Ora arriveranno quelli che diranno che un cartello non è nulla rispetto alle decine di migliaia di morti nel massacro della Striscia di Gaza. Un cartello invece è molto, così come sono una enormità gli uccisi in quello che è diventato un mattatoio a cielo aperto. Un cartello è molto perché Milano non è responsabile di quello che sta succedendo dall’altra parte del Mediterraneo: se la giochino Hamas e Netanyahu e le loro coscienze sporche. Ma Milano è molto responsabile dei propri muri e dei propri esponenti politici, che a volte riescono a imitare – da sinistra e nel 2025 – i tedeschi di poco meno di un centinaio d’anni fa.
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