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“Contrastare quei pochi comportamenti illeciti che minano la reputazione di tutti”

Introdotti, con specifici emendamenti al disegno di legge sulle Pmi — in via di approvazione entro la sessione di Bilancio — gli interventi normativi anticipati a fine luglio dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante il Tavolo Moda. Si tratta di misure volte a rafforzare la competitività e la reputazione internazionale della filiera moda italiana, introducendo un sistema di certificazione unica di conformità.

Abbiamo predisposto misure che certifichino sostenibilità e legalità, per contrastare quei comportamenti illeciti di pochi che rischiano di compromettere la reputazione di un intero comparto” ha dichiarato Urso. “Un risultato frutto della collaborazione con le associazioni del settore. Ho informato i principali attori del sistema con i quali ci eravamo confrontati, Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Luca Sburlati, presidente di Confindustria Moda, e Matteo Lunelli, presidente della Fondazione Altagamma”.

L’iniziativa, promossa in stretta collaborazione con le rappresentanze di settore aderenti al Tavolo moda – tra cui appunto Camera Nazionale della Moda Italiana, Confindustria Moda, Altagamma, oltre a Confindustria Accessori Moda, Confartigianato e CNA Federmoda – mira a tutelare l’immagine e la reputazione del saper fare italiano in un comparto strategico per l’economia nazionale, caratterizzato da filiere articolate, con brand capofila e una rete di fornitori sia italiani che esteri. La certificazione rappresenterà una sorta di “bollino di garanzia”, avrà durata di un anno e sarà soggetta a controlli periodici tramite ispezioni e audit.

Verrà istituito al Ministero delle Imprese e del Made in Italy un registro pubblico delle aziende certificare, strumento che consentirà sia un monitoraggio costante sia l’adozione di eventuali misure sanzionatorie, inclusa la revoca della certificazione, in caso di perdita dei requisiti.
Nell’ambito dello stesso provvedimento, inoltre, la sezione Destinazione Italia introduce misure per attrarre investimenti e competenze straniere.

Nello specifico, il testo prevede visto per lavoro autonomo a dirigenti d’azienda di imprese estere con capitale sociale superiore al milione di euro e con una sede operativa in Italia, agevolazioni per investitori stranieri in operazioni strategiche entro 6 mesi dalla richiesta del nulla osta, agevolazioni fiscali per pensionati esteri che intendono trasferirsi in comuni con meno di 60 mila abitanti nel Centro-Sud del Paese e delle facilitazioni per chi sceglie l’Italia come sede per lavorare da remoto e pianifica il pensionamento in città medie italiane.

Nel complesso disposizioni normative che mirano a rafforzare la competitività del Made in Italy, in particolare a tutelare l’eccellenza e il prestigio del settore moda in tutta la sua catena produttiva, e a rendere il Paese sempre più attrattivo per investitori e professionisti esteri.

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