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Mercedes-Benz si prepara ad affrontare un secondo trimestre complicato, con margini di profitto in netto calo.

Secondo quanto riferito dal broker Bernstein e come riportato anche da Reuters, il colosso tedesco dell’automotive si aspetta che il margine operativo della sua divisione core – ovvero quella delle autovetture – scenda sotto la soglia del 3%. Una proiezione che, se confermata, rappresenterebbe un segnale chiaro dell’impatto delle politiche commerciali statunitensi sul settore auto europeo, e in particolare sul brand della stella a tre punte.Le indicazioni arrivano da una consueta telefonata tra il management di Mercedes-Benz e alcuni investitori, come riporta Bernstein in una nota riservata agli operatori finanziari. L’incontro, tenutosi a porte chiuse, anticipa il periodo di “quiet period” che precede la pubblicazione dei conti del secondo trimestre, prevista per il 30 luglio. Mercedes, interpellata, ha scelto di non commentare le anticipazioni.

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p data-end=”1809″ data-start=”1264″>Secondo Bernstein, le prospettive di margine negativo  seppure in parte contenute  derivano principalmente dall’entrata in vigore, lo scorso aprile, dei dazi doganali imposti dagli Stati Uniti sull’importazione di veicoli stranieri. Le nuove tariffe, sostenute dall’amministrazione Trump in nome della protezione dell’industria automobilistica nazionale, rappresentano un nodo cruciale per i costruttori europei, e in particolare per chi, come Mercedes, ha un’esposizione diretta al mercato nordamericano con veicoli esportati dall’Europa.

Un dettaglio importante, sottolineato nella nota di Bernstein, è che l’impatto tariffario è stato in parte mitigato da “un’attenuazione delle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina” e da alcune compensazioni fiscali e doganali. Inoltre, la tempistica gioca un ruolo a favore del costruttore tedesco: i dazi sono scattati ad aprile, quindi l’intero trimestre non è stato colpito in modo uniforme, offrendo un piccolo margine di manovra.

Mercedes-Benz, va ricordato, aveva già lanciato un segnale di allarme ad aprile, quando ha ritirato la propria guidance sugli utili 2025, proprio a causa dell’incertezza legata al contesto internazionale e ai nuovi equilibri protezionistici imposti dagli USA. In quell’occasione, il Chief Financial Officer del gruppo aveva stimato che, se i dazi fossero rimasti attivi per tutto l’anno, avrebbero causato un calo di 300 punti base (equivalente a un 3%) sui margini della divisione auto, e di 100 punti base (1%) su quella dei veicoli commerciali.

La situazione mette in evidenza la crescente vulnerabilità dei gruppi automobilistici globali a fronte di un contesto geopolitico sempre più instabile. I margini, da sempre cartina tornasole della salute di un’azienda, diventano ora anche il termometro di un sistema industriale sotto pressione, chiamato a trovare un equilibrio tra efficienza operativa, strategia di mercato e contesto normativo.

Nonostante le difficoltà previste sul fronte margini, Bernstein ha evidenziato anche alcune note positive. Le vendite in Europa sono state definite “robuste”, mentre negli Stati Uniti il brand Mercedes ha continuato a registrare una performance solida sul piano retail. Un dato che, seppure non sufficiente a compensare l’intero impatto dei dazi, testimonia la resilienza del marchio in due dei suoi mercati chiave. Resta tuttavia da capire quanto a lungo possa reggere questa tenuta in un contesto segnato da protezionismo crescente e incertezza politica.

L’incognita maggiore riguarda infatti il futuro della politica commerciale americana, con le presidenziali alle porte e il rischio di una nuova stagione di dazi all’orizzonte. Per un gruppo come Mercedes-Benz, da anni impegnato in una profonda trasformazione elettrica e digitale, ogni ostacolo alla fluidità del commercio globale rappresenta un freno alla pianificazione e agli investimenti. La sfida non è più solo industriale, ma sempre più geopolitica.

Il secondo trimestre si prospetta dunque come uno stress test per la strategia globale del gruppo. I dati ufficiali, attesi per il 30 luglio, chiariranno l’entità dell’impatto e offriranno un quadro più preciso sulle contromisure che Mercedes-Benz intende adottare per affrontare questa fase. Intanto, il mercato osserva con attenzione, consapevole che il caso Mercedes potrebbe non restare isolato a lungo.

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