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Il mercato automobilistico europeo procede in equilibrio sul filo sottile tra ripartenza e prudenza.
Entro agosto 2025 le immatricolazioni cumulative segnano un -0,1% rispetto allo stesso periodo del 2024, nonostante due mesi consecutivi in territorio positivo. È il ritratto di una domanda che si riorganizza per prezzo, tecnologia e disponibilità prodotto, mentre la transizione procede a velocità diverse da Paese a Paese. In questo quadro, le auto elettriche a batteria consolidano una presenza strutturale ma non ancora dominante: la loro quota di mercato YTD si ferma al 15,8%, un passo avanti sulla linea di base del 12,6% di un anno fa, ma ancora sotto il ritmo auspicato per questa fase della trasformazione.
Il segnale più chiaro arriva dalle ibride. Con 2.485.069 unità tra gennaio e agosto, le ibride-elettriche conquistano il 34,7% e diventano la scelta più popolare tra gli acquirenti dell’Unione. La loro ascesa è trasversale: Francia a +30,5%, Spagna +29,3%, Germania +10,1% e Italia +9,4% raccontano un consumatore che cerca efficienza senza strappi, con costi d’uso prevedibili e autonomia psicologica intatta. Accanto, le corrono: 631.783 immatricolazioni e un salto all’8,8% di quota (dal 6,9%), sorrette da volumi esplosivi in Spagna (+99,9%) e Germania (+61,2%), con l’Italia a +62,6%. Nel solo agosto, il confronto anno su anno certifica la spinta: BEV +30,2%, ibride +14,1%, PHEV +54,5%.
Sull’altro fronte, quello dei motori tradizionali, il ridimensionamento è netto. La benzina arretra del 19,7% YTD a 2.012.580 unità, scivolando al 28,1% di quota dal 34,9% di un anno fa. La Francia guida i cali (-33,5%), seguita da Germania (-25,2%), Italia (-17,6%) e Spagna (-13,1%). Anche il diesel perde terreno: -25,7% e quota al 9,4% con agosto che, su base annua, segna -16,3% per la benzina e -17,5% per il gasolio. La somma di benzina e diesel si attesta così al 37,5%, lontana dal 47,6% del 2024: un cambio d’epoca nella torta della propulsione.
Dentro l’universo elettrico, i numeri spiegano bene la traiettoria. Nei primi otto mesi del 2025, le BEV registrate sono 1.132.603. Tre dei quattro maggiori mercati Germania (+39,2%), Belgio (+14,4%) e Paesi Bassi (+5,1%) fanno da traino, mentre la Francia limando il -2% YTD ritrova slancio nel singolo mese di agosto (+29,3% a/a). La lettura è duplice: da un lato le politiche di incentivi e la rete di ricarica incidono sugli sbalzi mensili; dall’altro pesa la pipeline dei modelli, con l’arrivo di nuove compatte elettriche e l’evoluzione di listini e formule finanziarie.
Il quadro che emerge è quello di una transizione energetica non più sperimentale ma ancora in assestamento. Il consumatore medio europeo alterna città e extraurbano, guarda al TCO e valuta la flessibilità d’uso: qui le ibrideintercettano l’ansia da autonomia, mentre le auto elettriche capitalizzano su costi chilometrici in discesa e su una proposta di prodotto finalmente ampia. Le ibride plug-in restano una soluzione-ponte: premiate dove la ricarica domestica è semplice e le percorrenze giornaliere sono gestibili in elettrico, con il termico a fare da rete di sicurezza nei viaggi. Per i costruttori, l’Europa del 2025 è un patchwork: chi investe sulla scala industriale dell’elettrico — dagli impianti di batterie al software — trova mercato; chi resta appeso al termico puro fatica a proteggere volumi e margini.
C’è poi il tema dei prezzi. Il rallentamento della benzina e del diesel non basta, da solo, a spingere tutti verso la spina: servono modelli accessibili, finanziamenti chiari, valore residuo credibile. In questa logica, la spinta delle immatricolazioni auto UE si gioca su offerte entry e su city car e B-SUV elettrici sotto le soglie psicologiche di prezzo, mentre il leasing privati e il noleggio lungo termine rendono l’elettrificato più digeribile. La crescita fragile del cumulato (-0,1%) racconta esattamente questo: la domanda c’è, ma si muove quando il conto torna.
Guardando al prossimo trimestre, la bussola è puntata su tre coordinate: disponibilità prodotto (nuove BEV compatte e PHEV più efficienti), stabilità degli incentivi auto nazionali e velocità di connessione tra colonnine ad alta potenza e direttrici di traffico. Se questi fattori si allineeranno, la quota di mercato dell’elettrificato potrà allargarsi oltre la spinta del singolo mese; in caso contrario, ibrido e PHEV continueranno a fare da cuscinetto, con le BEV che cresceranno per ondate, legate ai lanci e ai listini. Per ora, l’Europa guida con moderazione: abbandona i combustibili fossili senza strappi, ma con la consapevolezza che l’auto del futuro silenziosa, connessa e sempre più software-defined è già in concessionaria.
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