Rinnovo Patente? Facile ed Economico

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Serve un banchiere esperto di wealth management capace di guidare la divisione che si occupa di risparmio gestito di Mps e la nuova Mediobanca che presto potrebbe cambiare divisa. Deve essere capace di comunicare, ma non deve essere un numero uno assoluto perché sopra di lui (o lei?) continuerà comunque a sedere Luigi Lovaglio.

Dunque se l’identikit di chi dovrebbe (condizionale sempre d’obbligo) prendere il posto di Alberto Nagel è piuttosto chiaro, ancora c’è nebbia sui nomi. Certo, Vittorio Grilli sarebbe perfetto per il ruolo di presidente, ma ha un’etichetta, quella di JpMorgan che non è sempre gradita. Oltre a uno stipendio non esattamente in linea. Plausibile Mario Micillo, attuale amministratore delegato di Imi, la “costola” di Intesa Sanpaolo che si occupa di investment banking.

Intanto, Mps è arrivata al 38,5% di Mediobanca e sono in molti a scommettere sul fatto che entro lunedì 8, termine dell’offerta, potrebbe superare il 50%. Una soglia che non rappresenta solo la maggioranza assoluta, ma anche la possibilità di ottenere quei benefici fiscali che di fatto ammortizzerebbero totalmente l’offerta cash da 750 milioni approvata nei giorni scorsi. Nonostante l’aggiunta, il Cet di Mps, l’indicatore di patrimonializzazione, si mantiene al 16,5%, tra i più alti. 

Luigi Lovaglio viene descritto come euforico. Sta andando in porto un’idea che sembrava più un azzardo che una reale possibilità. E a Siena danno per scontata la sua riconferma anche il prossimo anno, quando scadrà il consiglio di amministrazione. D’altronde, fanno notare da Rocca Salimbeni, chi ha deciso di aderire all’Opas l’ha fatto perché ha sposato la visione del banchiere. E non digerirebbe facilmente un suo addio. 

Unica nube resta la Procura di Milano e il fascicolo aperto per l’eventuale concerto tra i vari azionisti a novembre dello scorso anno. Qui un po’ di preoccupazione dalle parti di Siena c’è, inutile negarlo. Ma l’eventuale decisione di procedere deve tassativamente arrivare entro lunedì 8 settembre, termine dell’operazione.

Fonti accreditate sostengono che se le mosse di Anima (che aveva già annunciato di voler aumentare la sua quota) e di BancoBpm (che proprio perché aveva lanciato l’opa su Anima voleva aumentare la presa sul business della Sgr) erano annunciate e prive di qualsiasi possibilità di rivendicazione, quelle di Delfin e Caltagirone sono avvenute in realtà sul mercato e non durante l’operazione di vendita da parte del governo. Si vedrà, insomma.

Quello che resta, invece, è la sensazione che una volta completata l’aggressione tra Mps e Mediobanca (se tutto andrà come sembra), sarà fondamentale non stravolgere gli equilibri di Piazzetta Cuccia. È vero che qualche banker potrebbe avere la valigia pronta (anche se alcuni erano già in uscita ben prima dell’avvio dell’Opas) ma sarà compito di chi eventualmente dovesse arrivare convincere i più bravi a restare. A Siena c’è aria di festa. Sarà così?

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