Rinnovo Patente? Facile ed Economico

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L’impressione è che Giorgetti sarà estremamente cauto per non mettere a rischio i conti e per evitare problemi con Bruxelles

Almeno tre settimane di tempo. Quindi si arriverà tra la metà di ottobre e la fine del prossimo mese e poi i nodi verranno al pettine. E’ il lasso di tempo che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che anche domenica scorsa a Pontida non si è sbilanciato in promesse davanti al popolo leghista radunato sul ‘sacro suolo padano’, ha chiesto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai due vicepremier – Antonio Tajani e Matteo Salvini – e a tutti i componenti del governo e in Parlamento della maggioranza per completare un’approfondita ricognizione sui conti pubblici e vedere effettivamente quante risorse ci sono a disposizione per la Legge di Bilancio.

Ovviamente l’innalzamento del rating dell’Italia da parte di Fitch a BBB+ è una buona notizia, ma inciderà sul costo del debito pubblico nel medio-lungo periodo e non immediatamente nei prossimi mesi. Come noto Forza Italia ha come priorità il taglio delle tasse al ceto medio, che è anche la richiesta di Fratelli d’Italia fortemente sostenuta dal vice-ministro dell’Economia Maurizio Leo, ovvero la riduzione dal 35 al 33% dell’aliquota Irpef per i redditi fino a 60 mila euro lordi l’anno (che porterebbero a un risparmio massimo per i lavoratori fino a 1.440 euro annui).

La Lega invece insiste con la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali per “dare respiro all’economia, alle piccole imprese e alle partite Iva“. Poi c’è lo scoglio di un eventuale nuovo contributo dal settore delle banche, chiesta a gran voce da Salvini che ha parlato apertamente di extraprofitti ma che trova il no secco di Tajani, e infine non va dimenticato il capitolo pensioni con la proposta, sempre della Lega e in particolare del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, di uscire anticipatamente dal lavoro a 64 anni utilizzato tutto parte del tfr.

Tutti nodi da sciogliere e da far coincidere però, come ha spiegato il titolare del Mef alla recente festa dell’Udc, con l’incremento delle spese militari imposto dall’accordo con Donald Trump e la Nato e anche dal pressing del ministro della Difesa Guido Crosetto viste le crescenti tensioni con la Russia con i continui sconfinamenti di jet e droni di Mosca sui cieli di Paesi dell’Alleanza Atlantica.

L’impressione è che Giorgetti sarà estremamente cauto per non mettere a rischio la tenuta dei conti e per evitare qualsiasi problema con Bruxelles. L’Unione europea infatti ora ha nel mirino la Francia, vittima anche di forte instabilità politica, e quindi meglio tenere buoni rapporti con la Commissione. Alla fine a disposizione potrebbero esserci intorno ai 4 miliardi di euro per nuovi interventi sul fronte fiscale.

Quindi una riduzione per il ceto medio che potrebbe fermarsi a 50 o al massimo a 55 mila euro lordi l’anno (difficile arrivare fino a 60 mila euro) con una mini-rottamazione delle cartelle, un piccolo intervento sulle pensioni sia per anticipare l’uscita sia come innalzamento delle minime (battaglia forzista e storica di Silvio Berlusconi) e poco altro.

Anzi, probabilmente verranno eliminati altri bonus e altre detrazioni per i redditi molto alti, sopra i 100mila euro all’anno. Sulle banche sarà una battaglia politica ma la premier Meloni non ha alcuna voglia di sfidare a muso duro il mondo del credito (che poi scaricherebbe le nuove tasse su aziende e correntisti) e quindi si cercherà come lo scorso anno un’intesa con l’ABI senza imposizioni di nuove tasse. Insomma, quando cadranno le foglie dagli alberi, dopo la metà di ottobre, sapremo finalmente che cosa più o meno ci sarà nella manovra perché a quel punto Giorgetti dovrà scoprire le carte.

Rinnovo Patente? Facile ed Economico

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