Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Cdm decisivo probabilmente la prossima settimana
I tempi si allungano per la Legge di Bilancio. A Palazzo Chigi è terminato poco prima delle 18, dopo circa un’ora e mezzo, il Consiglio dei ministri, convocato per esaminare lo schema del Dl ‘Misure urgenti in materia economica‘, l’illustrazione delle linee dello schema di Ddl sul Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2026 e di bilancio pluriennale per il triennio 2026-2028 e il Documento programmatico di bilancio 2026 (informativa). Ma la manovra vera e propria, molto probabilmente, non vedrà la luce nemmeno nel Cdm di venerdì 17 ma bisognerà attendere la prossima settimana. Il ministro Ginacarlo Giorgetti, titolare del Mef, è in partenza per Washington per incontri con il Fondo Momentario Internazionale e potrebbe non esserci tempo per varara la manovra venerdì, anche se non è escluso. Comunque potrebbe anche esserci un’accelerazione.
L’interlocuzione con il mondo delle banche è destinata a essere abbastanza lunga. L’abi, presieduta da Antonio Patuelli, ha chiaramente affermato di essere contraria a qualunque ipotesi di prelievo forzoso o di tassazione sugli extraprofitti. Resta in campo la quasi certa estensione della DTA anche per il biennio 2027-2028. La manovra dello scorso anno ha rinviato la deducibilità di alcune quote delle Deferred Tax Asset (DTA) delle banche e degli intermediari finanziari, spostando le quote deducibili nel 2025 e 2026 agli anni successivi. Questo “congelamento” temporaneo delle DTA aumenta il gettito fiscale immediato dello Stato, consentendo un aumento delle entrate senza l’introduzione di nuove tasse. E fin qui non ci sono problemi ad allungare questa intesa di altri due anni.
Ma al governo, se vuole mantenere tutte le promesse, servono quattro miliardi di euro. Le ipotesi sul tavolo – tutte da verificare – sono quelle di tassare gli extraprofitti di 6,2 miliardi di euro calcolati per il 2023 non più al 26%, ma al 27,5%, portando quindi il totale da inserire in manovra da 1,6 miliardi di euro a 1,75 miliardi di euro, ovvero 150 milioni in più. E a questa cifra andrebbero poi aggiunti altri 1,2 miliardi di euro derivanti dall’applicazione della tassazione sulle rendite finanziarie. Allo studio ci sarebbero anche misure sulle Dta e un intervento mirato sulla deducibilità delle perdite, con la quota che verrebbe abbattuta dall’80% al 54%.
Politicamente la Lega, indebolita dopo il voto alle elezioni regionali in Toscana, vorrebbe tassare gli extraprofitti delle banche ma Forza Italia si oppone strenuamente. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani lo ha dichiarato chiaramente domenica scorsa ad Affaritaliani, “è passata la nostra linea, nessuna tassa sugli extraprofitti”. Ma ci sono gli appetiti dei partiti di Centrodestra da soddisfare. Sicuramente Giorgia Meloni non vuole alcuna guerra con il settore del credito e con l’Abi, ma una fetta importante di Fratelli d’Italia pende più dalla parte del Carroccio – con il titolare del Mef che ad agosto aveva parlato di “pizzicotto” alle banche – che da quella degli azzurri. In questo contesto, spiegano fonti di maggioranza, è probabile che si arrivi a un compromesso.
I tecnicismi e i dettagli si vedranno, ma l’ipotesi preminente sul tavolo è quella di incassare con la Legge di Bilancio circa due miliardi di euro, non i quattro sperati ma nemmeno qualche centinaia di milioni di euro. Altre risorse potrebbero arrivare dal comparto delle assicurazioni. Ma la trattativa è ancora in corso e nulla è definitivo. Complessivamente dal settore finanziaria si potrebbe arrivare a un “contributo” (da definire nei dettagli) pari massimo a 3,5-4 miliardi, difficile i 4,5 miliardi sperati.
Il tutto servirà per inserire nella manovra, oltre al taglio dell’aliquota Irpef al 33% dal 35 fino a 50mila euro lordi annui di reddito (quota 60mila è impossibile), anche una mini-rottamazione delle cartelle esattoriale per accontentare la Lega e Matteo Salvini. Certamente non la rottamazione a 120 rate in dieci anni e nemmeno quella a 8 anni in 96 rate, ma qualcosa ci sarà. Poi servono fondi per la sanità (assunzioni di nuovi infermieri, medici, adeguamento degli stipendi e ulteriore abbattimento delle liste d’attesa) e per la famiglia e la natalità, fermo restando che sono confermati i venti miliardi per l’assegno unico anche per il 2026 con l’adeguamento all’inflazione come per le pensioni.
E, proprio a proposito di previdenza, è praticamente certo che il tentativo di superare la Legge Fornero – con le proposte in particolare della Lega e del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon sull’utilizzo del tfr e di una parte di esso per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro – finirà in un altro provvedimento che andrà in Parlamento a gennaio e non verrà inserito nella Legge di Bilancio.
In conclusione, come avviene ogni anno, le risorse sono scarse, le richieste dei partiti sono diverse e numerose e quindi la manovra slitta continuamente di giorno in giorno. Di sicuro c’è che sia Meloni sia Giorgetti vogliono assolutamente restare entro il tetto del 3% del rapporto deficit-Pil già nel 2025 per non avere problemi con Bruxelles.
LA NOTA DEL MEF AL TERMINE DEL CDM
“Al fine di favorire l’accesso a determinate prestazioni agevolate si introduce una revisione della disciplina per il calcolo dell’Isee, che interviene sul valore della casa e sulle scale di equivalenza, con effetti complessivi di quasi 500 milioni di euro annui”. Lo si legge nella nota del Ministero dell’Economia diffuso al termine del cdm in cui sono state illustrate le linee della manovra.
Sono prorogate per il 2026, le stesse condizioni previste per l’anno 2025, le disposizioni in materia di detrazione delle spese sostenute per interventi edilizi“. Anche per il prossimo anno quindi i lavori sulle prime case avranno una detrazione del 50%, al 36% per le seconde case.
“La manovra di finanza pubblica interviene in un contesto in cui permangono forti elementi di incertezza. L’impegno del Governo, in questo scenario, è proseguire da un lato nell’azione di sostegno del potere di acquisto delle famiglie, delle imprese e per il sociale, dall’altro assicurare la sostenibilità della finanza pubblica. Essa è coerente con il percorso della spesa netta indicato nel Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 e confermato nel Documento programmatico di finanza pubblica 2025″.
È prorogata al 31 dicembre 2026 la sterilizzazione della plastic e sugar tax“.
“Al fine di favorire l’adeguamento salariale al costo della vita sono stanziati per il 2026 circa 2 miliardi“.
“La manovra, complessivamente, dispone interventi per circa 18 miliardi medi annui“.
Stanziati nel triennio circa 3,5 miliardi per la famiglia e contrasto alla povertà. Inoltre, al fine di favorire l’accesso a determinate prestazioni agevolate si introduce una revisione della disciplina per il calcolo dell’Isee, che interviene sul valore della casa e sulle scale di equivalenza, con effetti complessivi di quasi 500 milioni di euro annui.
Per il comparto della sanità ai rifinanziamenti previsti l’anno scorso dalla legge di bilancio, pari a oltre 5 miliardi per il 2026 e il 2027 e a quasi 7 miliardi per il 2028, si aggiungono 2,4 miliardi di euro per il 2026 e 2,65 miliardi per il biennio successivo.
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