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Chi è Nik Storonsky, il Ceo di Revolut in corsa per uno dei bonus più alti mai assegnati a un imprenditore
Elon Musk sta ancora lottando in tribunale per portarsi a casa il suo mega-bonus da 55 miliardi di dollari legato ai risultati di Tesla. Nel frattempo, però, c’è chi potrebbe batterlo sul tempo. Si chiama Nik Storonsky, ha fondato Revolut nel 2015 e oggi è al centro di una scommessa gigantesca: se porterà la sua fintech a una valutazione di 150 miliardi di dollari, incasserà un bonus personale da 15 miliardi. Tutto questo senza aver alzato polveroni, senza tribunali, e soprattutto senza l’assillo del mercato: Revolut, per ora, non è ancora quotata.
Classe 1984, nato e cresciuto a Mosca, laurea in Fisica applicata e Matematica e un master in Economia. Nik Storonsky non è il classico founder da startup. Niente felpe oversize, vita da nerd o notti in solitaria passate nel garage di casa. Il suo percorso parte dalla finanza dura e pura: prima di fondare Revolut, ha lavorato come trader di derivati sui mercati emergenti, prima in Credit Suisse e poi in Lehman Brothers. Un lavoro che gli ha insegnato a leggere i mercati e a muoversi dentro le grandi strutture finanziarie.
Ma la finanza tradizionale dopo un po’ ha cominciato a stargli stretta. Troppa burocrazia e poca innovazione. Nel 2015 lascia tutto e lancia Revolut: all’inizio nasce come una semplice carta prepagata con una bella e funzionale app. Oggi è un colosso fintech, presente in 30 Paesi, la prima applicazione finanziaria scaricata in 19 Stati europei con l’ambizione di diventare la piattaforma globale numero uno per la gestione del denaro.
Ma il sogno di Storonsky non è solo creare una banca digitale. Vuole costruire una super app che permetta di fare tutto: gestire un conto, trasferire denaro, comprare e vendere azioni e criptovalute, ricevere consigli finanziari automatizzati, assicurarsi, fare shopping, tutto in un’unica app, in qualsiasi parte del mondo. “La banca del futuro sarà un’app. E sarà ovunque,” ha detto più volte. E la crescita di Revolut gli dà ragione: nel 2024 ha generato 4 miliardi di ricavi, con un utile pre-tasse di 1 miliardo e 38 miliardi di depositi. Numeri ancora distanti da quelli delle big della finanza, ma la differenza sta nel ritmo.
La società ha già adeguato la retribuzione del suo Ceo e fondatore: nel 2024 lo stipendio complessivo di Storonsky è salito a 17,8 milioni di sterline (circa 20,8 milioni di euro). Pur mantenendo invariato il salario base a 100.000 sterline, gli sono state assegnate azioni per un valore di 17,7 milioni, in aumento rispetto ai 10 milioni dell’anno precedente.
Già a gennaio, Storonsky aveva incassato 350 milioni di sterline (409 milioni di euro) grazie alla vendita di una parte delle sue quote, insieme ad altri top manager. Un’operazione che aveva contribuito a far salire la valutazione di Revolut a 45 miliardi di dollari.
Quello che però potrebbe sorpendere di più è il super bonus che il numero uno di Revolut potrebbe percepire. Il contratto tra Storonsky e gli investitori di Revolut prevede infatti che, se la società raggiunge i 150 miliardi di valore, lui riceverà un premio da 15 miliardi di dollari in azioni. Ad oggi, Revolut vale circa 44 miliardi. Non male, considerando che nel 2017 era valutata 500 milioni. Il vero salto è arrivato nel 2021 con l’ingresso di giganti come SoftBank e Tiger Global, che hanno portato la valutazione a 33 miliardi. Nel 2024, un nuovo round interno ha aggiornato il valore a 44, premiando anche alcuni dipendenti e lo stesso Storonsky.
Per raggiungere i 150 miliardi, l’utile finale dell’azienda dovrebbe crescere di circa +1.100%. Un’impresa titanica? Forse. Ma in finanza contano le aspettative, e le startup (proprio come Tesla) riescono spesso a convincere il mercato a scommettere sul futuro. C’è un dettaglio però da non trascurare, Revolut non è ancora una public company. Questo significa che non ci sono piccoli azionisti, né giudici pronti a bloccare bonus “eccessivi” come è successo per Musk. E infatti c’è grande entusiasmo intorno all’azienda: persino l’ex difensore della Juventus Giorgio Chiellini ci ha investito 1 milione di euro all’inizio del 2025.
Ma attenzione, una volta che Revolut si quoterà in Borsa, cambierà tutto. Anche se Nik Storonsky non è Elon Musk. Non va in tv, non fa dichiarazioni roboanti, non lancia razzi. Ma ha una visione chiara, una forte determinazione, ma soprattutto, una tabella di marcia molto ambiziosa. E se dovese riuscire nella sua impresa, diventerà non solo uno degli imprenditori più ricchi d’Europa, ma anche il primo a battere Musk sul suo stesso terreno: trasformare una startup in un impero da centinaia di miliardi e prendersi, con discrezione, il bonus più ricco della storia.
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