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Mafia, mancava solo la loggia segreta: caccia all’agenda rossa di Borsellino
Sono passati 33 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, ma la verità sulla morte di Falcone e Borsellino ancora non c’è e quello che sta emergendo dalle nuove indagini complica ancora di più la situazione. In particolare i pm si stanno concentrando sulla famosa agenda rossa di Borsellino. Ma oltre ai mafiosi adesso si scava anche nel passato anche di uomini delle istituzioni che depistarono le indagini con il falso pentito Enzo Scarantino. L’ex capo della squadra mobile di Palermo Arnaldo La Barbera e adesso – riporta La Repubblica – l’ex procuratore di Caltanissetta Giovanni Tinebra. Entrambi sono ormai morti, nel 2002 e nel 2017, ma secondo il pool di Caltanissetta guidato dal procuratore Salvatore De Luca, da qualche parte sono ancora conservati i loro segreti. E, forse, anche l’agenda rossa di Paolo Borsellino.
Ecco, perché – prosegue La Repubblica – i magistrati hanno mandato i carabinieri del Ros in tre abitazioni dei familiari di Tinebra, fra Caltanissetta e Catania. È stata aperta anche una cassetta di sicurezza, ma non c’era nulla. Però, in un appartamento gli investigatori hanno trovato una borsa appartenuta a Tinebra, ancora piena di documenti che i magistrati definiscono interessanti. Un blitz simile era scattato un anno fa, nelle abitazioni dei familiari di La Barbera: anche quella volta, i carabinieri avevano trovato una borsa con numerosi documenti. Ora, i magistrati di Caltanissetta ritengono di avere raggiunto la certezza che Tinebra era anche un massone riservato: “Componente di una loggia coperta nella città di Nicosia (Enna)”.
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