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LVMH sceglie Seoul: la nuova capitale del lusso tra Dior, Vuitton e Tiffany
Il lusso non dorme mai, e LVMH lo sa bene. Mentre Stati Uniti e Cina, i due mercati più importanti, mostrano segnali di affaticamento tra tensioni geopolitiche e consumi in rallentamento, il colosso guidato da Bernard Arnault guarda altrove. La nuova frontiera si chiama Corea del Sud, un Paese che negli ultimi anni è diventato non solo un mercato ad altissima redditività, ma anche un polo culturale.
A Seoul, in particolare nel quartiere di Cheongdam, cuore dello shopping di lusso, si prepara un vero e proprio assalto. Louis Vuitton e Dior starebbero pianificando l’apertura di nuovi spazi monomarca, e Dior addirittura immagina un flagship store con tanto di ristorante entro il 2027: non solo moda, ma un’esperienza a 360 gradi, in linea con la trasformazione del lusso in lifestyle. E non finisce qui: anche Bulgari e Tiffany valutano nuove aperture.
La Corea del Sud è il terreno ideale per questa strategia: una delle spese pro capite più alte al mondo in beni di lusso, consumatori giovani e sofisticati, e la forza della K-culture, che amplifica la visibilità del Paese ben oltre i suoi confini. In altre parole, conquistare Seoul significa parlare a un pubblico globale. Il lusso non può più essere solo prodotto. Deve diventare esperienza, immaginario, racconto. E oggi, quel racconto passa anche da Seoul, diventata uno dei palcoscenici più ambiti e strategici del settore.
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