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Il terremoto giudiziario che ha colpito Milano rischia di travolgere anche il progetto per la vendita dello stadio San Siro. L’inchiesta della Procura, ancora nelle fasi iniziali, potrebbe estendersi ad altri progetti urbanistici. La strada, che appariva già strettissima, appare ormai sbarrata. De Chirico (Forza Italia): ” Solo dei pazzi incoscienti andrebbero avanti”
L’indagine della Procura è la pietra tombale sul progetto di San Siro
Il terremoto giudiziario che sta scuotendo Milano potrebbe durare molto. Una fonte investigativa riferisce ad Agi che “l’inchiesta e’ solo all’inizio” vista l’enorme mole di progetti, atti e materiale sequestrato, che sono allo studio degli investigatori. In sostanza non c’e’ progetto immobiliare importante degli ultimi anni che non sia sotto la lente della Procura, compresi il Villaggio Olimpico di Milano-Cortina e lo stadio San Siro, sulla cui vendita e’ aperto un fascicolo a parte, al momento ancora senza indagati, ma che potrebbe avere profili di interesse anche nell’indagine esplosa ieri con le richieste di sei arresti.
Diversi sono i segnali che portano del resto a pensare che la partita per la vendita dello stadio con relativa area potrebbe essere giunta al capolinea per via dei recenti sviluppi. E’ vero: ieri un piccolo punto a favore con il Tar di Milano che ha respinto la richiesta di sospensiva sulla vendita che aveva avanzato il Comitato Sì Meazza. Ma la strada appariva comunque decisamente in salita ancora lunedì, con una riunione dei capigruppo di maggioranza caratterizzata da tensioni, distinguo e mal di pancia. Soprattutto per un cronoprogramma che appariva strettissimo: voto in Giunta lunedì 21 luglio, poi un passaggio in consiglio per il via libero definitivo a fine mese. Alto il rischio che la seduta in aula diventasse una trappola. Ora le ombre si allungano ancora di più. Con il rischio che l’indagine coinvolga in qualche modo anche il progetto di San Siro. I segnali che inducevano a rinunciare c’erano già. Ora pare impossibile continuare ad ignorarli.
De Chirico (Forza Italia): “San Siro, solo dei pazzi andrebbero avanti”
Davanti a uno scenario come questo, appare ora davvero improbabile che l’iter possa procedere. Sintetizza la situazione il consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico: ” È molto probabile che sullo stadio non saremo mai chiamati ad esprimerci. Chi firmerebbe la delibera? Non di certo Tancredi, men che meno il suo successore. Solo dei pazzi incoscienti andrebbero avanti. Se fossi un consigliere di maggioranza, con quello che sta emergendo, non voterei mai una delibera che già rischierebbe di essere impugnata dalla Corte dei Corti. Ora anche dalla Procura”, spiega ad Affaritaliani.it.
San Siro, porte ancora più sbarrate da Avs
Alla luce delle indagini,porte ancora più sbarrate di prima da Avs, con Tommaso Gorini, Anna Maria Scimone e Giuseppe Roccisano che dichiarano: “La situazione di opacità nella quale si trova l’amministrazione comunale rispetto alle scelte urbanistiche, al di là delle responsabilità personali che andranno chiarite, richiede un chiaro segnale di cambiamento, a partire dallo stop ai progetti come la vendita di San Siro. Questo serve per ridare trasparenza alla politica urbanistica cittadina e ricostruire un clima di fiducia con i cittadini, per questo occorre un forte segnale di discontinuità col passato”.
L’appello di Azione: “Il nuovo stadio serve”
Mentre da Azione, con il segretario milanese Francesco Ascioti e i consiglieri comunali Giulia Pastorella e Daniele Nahum, è giunto un appello a non buttare via tutto: “Il nuovo Stadio serviva ieri, serve oggi e servira’ domani. Le squadre Milan e Inter devono rimanere a giocare a Milano, possibilmente in uno stadio nuovo, moderno, fortemente funzionale e attrattivo. Uno stadio all’altezza delle ambizioni sportive e sociali delle squadre e della citta’, in linea con il panorama europeo e’ parte integrante dello sviluppo di Milano del prossimo futuro (anzi, siamo gia’ molto in ritardo su questo). Il quartiere che ospita lo stadio e’ un concentrato di degrado e criminalita’ e va drasticamente riorganizzato con interventi di rigenerazione e riqualificazione urbana decisi e improrogabili, coraggiosi e che siano ispirati a visione e modernita’ per rendere Milano la Citta’ policentrica che deve diventare”. Parole che sembrano ad oggi tuttavia esprimere più un desiderio che una strada concretamente perseguibile in questi giorni.
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