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È un “caso interno alla Lega” e, forse, dopo il pessimo risultato del vice-segretario Vannacci in Toscana “speriamo che qualcuno capisca che qualcosa deve cambiare”
Che Luca Zaia sia pronto a uscire dalla Lega, come scrive un quotidiano questa mattina, è “esagerato”. Ma chi conosce il Governatore uscente del Veneto, sempre il più stimato tra i presidenti di regione in tutti i sondaggi, assicura che ci sia “un po’ di malcontento” per come sono andati gli accordi a Roma sulle elezioni regionali del 23 e del 24 novembre. Al Doge – come molti ormai lo definiscono – era stato “promesso” che il suo nome sarebbe stato messo sul simbolo della Lega alle elezioni regionali (visto lo stop alla sua lista) come vicinanza simbolica ma anche concreta al territorio che ha governato per moltissimi anni. E invece così non sarà, quindi c’è da parte di Zaia l’impressione di “un accordo al ribasso“.
Il Governatore era pronto ed è pronto anche oggi a mettersi a disposizione al 100% e con tutte le forze per favorire e spingere al massimo il candidato del Centrodestra Alberto Stefani, segretario regionale della Liga Veneta, amico di Zaia e con il quale condividono una stima reciproca molto alta. Zaia ha tutte le intenzioni di candidarsi capolista in tutte le province del Veneto per far prendere più voti possibili a Stefani e al Carroccio. Ma la sua candidatura non è ancora sicura. E sarebbe sbagliato ipotizzare un veto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni perché – assicurano fonti che conoscono bene il presidente del Veneto – “il rapporto con Giorgia è ottimo“.
Semmai, spiegano le stesse fonti, è un “caso interno alla Lega” e, forse, dopo il pessimo risultato del vice-segretario Roberto Vannacci in Toscana (Lega sotto il 4,5% alle elezioni regionali e in calo anche rispetto alle Europee del 2024) “speriamo che qualcuno capisca che qualcosa deve cambiare”, fanno sempre sapere chi conosce benissimo Zaia. Insomma, al momento nessun addio ma “malumore” e anche “massima disponibilità” ad aiutare l'”amico” Stefani e la lista della Lega. Poi si vedrà che cosa decideranno i vertici del partito.
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