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Lagarde: “Dazi ed euro forte frenano la crescita”

“Si prevede che la debole performance delle esportazioni, trainata dall’aumento dei dazi doganali, dall’euro più forte e dall’accresciuta concorrenza globale, frenerà la crescita per il resto dell’anno. Tuttavia, l’effetto di questi fattori negativi sulla crescita dovrebbe attenuarsi il prossimo anno. Allo stesso tempo, gli indicatori dei sondaggi suggeriscono che i servizi continuano a crescere, segnalando un certo slancio positivo di fondo nell’economia”. 

Lo dichiara la presidente della Bce, Christine Lagarde, in audizione in commissione Affari economici e monetari al Parlamento europeo a Strasburgo. “Nella prima metà dell’anno, l’economia è cresciuta dello 0,7% in termini cumulativi, grazie alla resilienza della domanda interna. La crescita più forte nel primo trimestre rifletteva in parte l’anticipazione del commercio globale in vista degli aumenti tariffari previsti. La crescita è stata inferiore nel secondo trimestre, con l’inversione di questo effetto”, spiega.

Lagarde: “Crescita 1,2% nel 2025; 1% nel 2026 e 1,3% nel 2027”

“Gli esperti della Bce prevedono che l’economia crescerà dell’1,2% nel 2025, dell’1,0% nel 2026 e dell’1,3% nel 2027. I rischi per la crescita economica sono diventati più bilanciati, poiché la probabilità che si materializzino importanti rischi al ribasso legati ai dazi è diminuita, grazie al nuovo accordo commerciale. Allo stesso tempo, permangono i rischi che le rinnovate tensioni commerciali possano ulteriormente frenare esportazioni, investimenti e consumi. Al contrario, una spesa per la difesa e le infrastrutture superiore alle attese e riforme volte ad aumentare la produttività contribuirebbero alla crescita. Le tensioni geopolitiche rimangono una delle principali fonti di incertezza”.

Lagarde: “Impatto dazi -0,7% del Pil nei tre anni 2025-2027”

“Finora, il nostro staff ha calcolato che, a seguito di questo dazio aggiuntivo sulle vendite di merci tra Europa e Stati Uniti, l’impatto sull’attività sarebbe stato di una riduzione cumulativa di 0,7 punti percentuali tra il 25 e il 27, quindi, su un periodo di tre anni. Questo è l’impatto stimato rispetto a quello che sarebbe stato in assenza dei dazi”. 

“Ovviamente lo dico partendo dal presupposto che il limite del 15% negoziato nell’ambito dell’accordo tariffario Ue-Usa raggiunto il 21 luglio si applichi come limite massimo, e che qualsiasi indagine condotta ai sensi del regolamento 232 degli Stati Uniti, volta a determinare concretamente quali aliquote applicare, sarà limitata da quel divario complessivo del 15%. Quindi sembra essere il caso dei prodotti farmaceutici. A quanto pare sembra essere il caso dell’industria automobilistica e dei pezzi di ricambio. Non è necessariamente il caso dei mobili da cucina e di altre attrezzature da cucina”, ha spiegato. 

“Il dazio medio sulle merci dall’Europa agli Stati Uniti, era del 2,3%, a seguito dell’accordo commerciale siglato il 21 luglio, è stato portato al 13,1%, quindi potete vedere che c’è una netta differenza a oltre il 10%. Cito questi numeri perché sono nella linea di base che abbiamo costruito nelle nostre proiezioni di giugno”, ha evidenziato Lagarde.

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