Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Un progetto che agita e preoccupa sia gli azzurri di Antonio Tajani sia Fratelli d’Italia di Meloni
Luca Zaia non lo ha detto in maniera esplicita domenica scorsa nel suo intervento sul palco del “sacro patrone” leghista di Pontida. Ma chi sa leggere tra le righe lo ha capito quasi subito. E le conferme arrivano dai massimi vertici della Liga Veneta, rigorosamente Liga (in dialetto veneto). L’obiettivo, a medio (e non troppo lungo) termine e quindi per le prossime elezioni politiche del 2027 è quello di sdoppiare l’attuale Lega Salvini Premier.
Dopo le elezioni regionali in Veneto, che quasi certamente – come ha scritto Affaritaliani – vedranno candidato (e presidente, è scontato) Alberto Stefani – segretario regionale del Carroccio, vicinissimo al Doge e vice-segretario federale – partirà il progetto della separazione consensuale e controllata della Lega. Su questa linea sono d’accordo tutti i principali esponenti del Nord, da Massimiliano Romeo (capogruppo al Senato e segretario lombardo che ha presentato proprio a Pontida la carta per la prima regione italiana in termini di abitanti e di prodotto interno lordo) a Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera e segretario della Lega in Piemonte, passando per il Governatore Attilio Fontana (Lombardia), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e Maurizio Fugatti (presidente della Provincia Autonoma di Trento).
Il paragone che qualcuno ha avanzato con il modello tedesco – la Cdu, i cristiano-democratici del cancellerie Friedrich Merz, alleati storici da dopo la fine della Secondo Guerra Mondiale e del regime nazista con la Csu bavarese, cristiano-sociali – è improprio perché in Germania la Csu, fortissima nella ricca regione di Monaco, rappresenta soltanto un Land (regione) del Paese e non una realtà sociale, economica e politica.
E quindi per questo motivo si tratta di qualcosa di unico, innovativo e soprattutto rivoluzionario. Al Nord, fino all’Emilia Romagna, tanto per intenderci la vecchia Padania di bossiana memoria, ci sarebbe un partito guidato da Zaia, che non a caso metterà il proprio nome sulla scheda elettorale alle prossime Regionali in Veneto presentandosi come capolista per raccogliere il maggior numero di consensi possibile e – questo il sogno-obiettivo – superare Fratelli d’Italia e tornare il primo partito della regione.
Quindi una Lega che si rifà all’autonomia regionale differenziata difesa con le unghie e con i denti dal bergamasco e mai domo ministro Roberto Calderoli, pronto a riportare in Parlamento il testo sul federalismo con gli aggiustamenti richiesti dalla Corte costituzionale. Una Lega nordista che quindi torni a parlare soprattutto alle piccole e medie imprese e al popolo delle partite Iva, che alle ultime elezioni politiche e poi europee si era spostato verso i meloniani di FdI. Identità, federalismo, ritorno alle origini, senza ovviamente evocare la parola secessione.
E dalla Toscana in giù? Via libera alla Lega Nazionale e quindi a un partito dichiaratamente di destra (sociale in economia) che non potrebbe che essere guidato che da Roberto Vannacci, europarlamentare e vice-segretario che a Pontida ha usato il termine re-immigrazione e si è spinto moltissimo sui temi del sovranismo e del nazionalismo. Al suo fianco l’altro vice-segretario della Lega, quel Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, che sta faticosamente ma meticolosamente lavorando al superamento concreto e non a parole della Legge Fornero sulle pensioni.
Vannacci, generale militare, incarna perfettamente quella destra ordine e disciplina che da Firenze in giù, e soprattutto a Roma ma anche a Napoli, Palermo e Bari, può intercettare potenzialmente moltissimi voti. Non è un mistero che l’obiettivo sia quello di riconquistare consensi che sono andati in questi anni verso Fratelli d’Italia. Al Nord con la parola d’ordine dell’autonomia, di meno Roma e più Lombardia (o Veneto, si può declinare come si vuole) e nel Centro-Sud come destra-destra, assolutamente MAGA e trumpiana, nel nome di Charlie Kirk, che si oppone alla società meticcia e all’immigrazione di massa (come ha detto Vannacci a Pontida).
Il ruolo di Matteo Salvini? Fondamentale. Il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture è pronto a diventare il federatore, la figura chiave e fondamentale che tiene unita la Lega Nord di Zaia e quella Nazionale di Vannacci. Nessun declassamento di Salvini, anzi una evoluzione per riportare la Lega (anche tecnicamente divisa in due) a percentuali a doppia cifra in grado di superare ampiamente Forza Italia e tornare ai fasti delle Europee 2014. Un progetto che agita e preoccupa sia gli azzurri di Antonio Tajani sia Fratelli d’Italia di Meloni, perché – spiegano fonti di entrambi i partiti – effettivamente se andasse davvero in porto porterebbe al Carroccio (separato ma federato) di Salvini moltissimi voti provenienti (o di ritorno) proprio dalle altre forze del Centrodestra.
Tutte le notizie della sezione politica
Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet