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Fondamentale anche il ruolo di Giorgetti
“Siamo la seconda forza della coalizione di Centrodestra e quando si esprimono gli elettori, i voti, in politica, pesano”. Raffaele Nevi ha usato queste parole ad Affaritaliani martedì scorso per commentare i risultati delle elezioni regionali in Valle d’Aosta e nelle Marche, dove Forza Italia – di cui Nevi è il portavoce e braccio destro di Antonio Tajani – è stata l’unica forza politica della maggioranza di Centrodestra a crescere rispetto alle elezioni europee del 2024, soprattutto ai danni della Lega mentre Fratelli d’Italia è rimasta sostanzialmente stabile, almeno nelle Marche.
Ora domenica e lunedì tocca alla Calabria. Gli azzurri sono certi della riconferma di Roberto Occhiuto e puntano, sommando la lista di Forza Italia a quella del Governatore uscente ricandidato, a essere il primo partito non solo del Centrodestra ma della regione. Che cosa intende fare il Carroccio per contrastare questa avanzata del partito del ministro degli Esteri e risalire? Innanzitutto aspettare le Regionali in Veneto, a fine novembre, dove la Liga – rigorosamente non Lega con il Leone di San Marco con la spada pronto alla battaglia – punta a essere il primo partito della regione, ribaltando il dato delle Politiche e soprattutto delle Europee, grazie a Luca Zaia – Governatore più amato d’Italia e non ricandidabile – capolista e con il suo nome scritto in grosso (forse sotto quello di Salvini ma più piccolo) sulla scheda elettorale.
Se ciò accadesse davvero, visto che Zaia non andrà certo in pensione dopo la rielezione praticamente certa di Alberto Stefani – segretario della Lega in Veneto ovvero la Liga – sostenuto da tutto il Centrodestra, lo stesso Zaia è pronto a prendere in mano il partito al Nord (sostanzialmente dei Governatori ma non solo) in piena sintonia con Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato ma anche segretario della Lega in Lombardia (che ha presentato una carta per l’autonomia della regione a Pontida) e insieme anche all’altro capogruppo (Camera), Riccardo Molinari che è anche leader del Carroccio in Piemonte.
Il tutto in piena sintonia con Maurizio Fugatti, provincia autonoma di Trento e Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia. Regista dell’operazione nordista (ex padana ma non nostalgica del sole delle Alpi) e federalista il ministro Roberto Calderoli. Non è ancora chiaro in che modo ci sarà lo sdoppiamento della Lega, ma appare sempre più evidente la strategia per contrastare l’ascesa di Forza Italia (spinta dalle televisioni Mediaset che danno ampio spazio agli azzurri). Fatto che sta che, tecnicismi a parte, al Nord – fino all’Emilia Romagna – il punto di riferimento sarà Zaia per rilanciare l’autonomia regionale, il contatto con il territorio (più Lombardia e meno Roma – come afferma Romeo) e soprattutto ritrovare il consenso finito a FdI di piccoli imprenditori, artigiani, partite Iva, agricoltori ma anche commercianti, dipendenti privati e operai. Oltre a giovani, studenti e pensionati.
Nel nome del pragmatismo e della concretezza. Dalla Toscana e dalle Marche in giù il Carroccio diventerà in vista delle politiche invece sempre più un partito nazional-sovranista e che difende l’interesse nazionale contro l’Europa “matrigna” di Ursula von der Leyen. A interpretare queste istanze non può che essere il vice-segretario ed ex generale Roberto Vannacci, mai stato un supporter dell’autonomia. E insieme a lui il ciociaro Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e rappresentante della destra sociale della Lega che trova praterie al Centro-Sud (potenzialmente).
Quindi fronteggiare il guanto di sfida lanciato da Forza Italia con una sorta di sdoppiamento in base alle diverse esigenze territoriali. Matteo Salvini non verrà affatto ridimensionato, ma a lui – insieme al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, espressione dell’anima governista della Lega e nel Carroccio fin dall’inizio come punto di riferimento per molti amministratori locali e dirigenti – il compito fondamentale di fare la sintesi a Roma e nei palazzi del potere e di far convivere pacificamente le due anime della “nuova” Lega che si prepara alla lunga campagna elettorale per le elezioni politiche del 2027. Obiettivo la doppia cifra e tornare a essere davanti a Forza Italia (e magari primo partito al Nord, soprattutto in alcune regioni. Veneto di Zaia in testa).
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