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Quando la Germania si riarma, la Borsa applaude: boom di Rheinmetall negli ultimi sei mesi
C’è un titolo in Europa che sta facendo impazzire gli investitori, e non è quello di una big tech americana o di qualche startup green. È Rheinmetall, signore degli armamenti made in Germany, che in sei mesi ha messo a segno un +200% in Borsa. Un’impennata senza precedenti, scattata proprio quando l’Europa ha messo in agenda il proprio piano di riarmo. Ma per la tedesca non è di certo il primo boom: dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, il prezzo delle azioni di Rheinmetall era addirittura aumentato di oltre il 1.000%.
Ma veniamo ad oggi. Nel mese di ottobre 2024 il titolo del colosso tedesco valeva 472,60 euro. Ad aprile 2025, il valore è balzato a 1.463,50 euro, con un aumento del 199,96%. Stessa situazione per il suo gemello italiano, Leonardo, cresciuto di oltre il 104% negli ultimi sei mesi. Insomma, la corsa al missile ha sostituito quella all’unicorno.
Nel caso di Rheinmetall, però, c’è stato un vero e proprio raddoppio, che ha preso piede nel momento in cui la Germania ha accelerato sul proprio riarmo, spinta dalla crescente tensione geopolitica legata alla guerra in Ucraina e alle nuove sfide con gli Stati Uniti. Ma come si potrebbe spiegare meglio?
Sicuramente sull’impennata del titolo ha influito il fatto che la Germania abbia deciso di escludere le spese per la difesa superiori all’1% del Pil dai limiti del debito pubblico e istituito un fondo straordinario di 500 miliardi di euro destinato alle infrastrutture, sbloccando di fatto un potenziale illimitato di spesa per armamenti. Tradotto: una montagna di soldi pubblici che, per la gioia degli azionisti, finirà in gran parte nelle casse di aziende come Rheinmetall, pronte a soddisfare la sempre più crescente domanda di armi e munizioni.
D’altra parte, però, il boom della tedesca potrebbe essere giustificato anche da altri fattori che hanno contribuito a consolidare la fiducia degli investitori. Uno può essere che l’azienda di Düsseldorf, che una volta costruiva pistoni e ora sforna carri armati, nel 2024 ha registrato ricavi record per 9,8 miliardi di euro, +36% rispetto all’anno precedente. L’altro, notizia delle ultime ore, è che secondo il Ceo Armin Papperger, entro il 2030 potrebbero arrivare ordini per 300 miliardi di euro. “Siamo nell’era del riarmo”, ha detto candidamente al quotidiano tedesco Handelsblatt.”
E Rheinmetall, per adattarsi all’ondata di ordini ha già pronto un piano ad hoc: produrre armi al posto delle auto. Infatti il colosso tedesco avrebbe deciso di convertire due dei suoi stabilimenti, che attualmente producono componenti civili per veicoli, alla produzione per la divisione militare del Gruppo. Ma non è tutto: l’azienda starebbe anche esplorando la possibilità di acquisire alcuni impianti dismessi, in ballo ci sarebbe persino uno stabilimento Volkswagen a Osnabrück.
Insomma alla fine della fiera, una cosa sembra essere più che chiara: quando la Germania si riarma, il mercato applaude. E la storia dal suo canto insegna che quando Berlino comincia a pompare miliardi in armamenti, è sempre il caso di tenere gli occhi ben aperti, e vigili.
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