Rinnovo Patente? Facile ed Economico

image

Chiudono le botteghe, il digitale spazza via i mestieri tradizionali

Non più solo botteghe polverose e mestieri tramandati di padre in figlio: l’artigianato italiano sta vivendo una metamorfosi profonda, spinto dalla digitalizzazione e da nuove abitudini di consumo. I dati di Unioncamere e InfoCamere parlano chiaro: tra il 2023 e il 2025, a crescere non sono i lavori manuali tradizionali, ma le professioni legate al benessere e alla tecnologia.

In testa alla classifica degli incrementi spiccano gli estetisti, che registrano un balzo del 10,4%, seguiti dai tassisti (+7,2%) e dagli specialisti informatici (+5,4%). Le storiche botteghe lasciano spazio alle “officine digitali”, in un panorama che conta oggi 1,24 milioni di imprese artigiane, pari al 21,2% di tutto il tessuto imprenditoriale nazionale.

La trasformazione, però, non è indolore. I mestieri simbolo della manualità italiana segnano cali pesanti: i falegnami crollano del 10,9%, i trasportatori dell’8,9% e gli elettricisti del 2,9%. Perdono terreno anche lavanderie (-8,8%), imbianchini (-8,5%) e calzolai (-7,5%).

I numeri assoluti confermano il trend: mentre nascono 4.629 nuove imprese di estetisti, 1.045 di tassisti e quasi 700 di tecnici informatici, scompaiono 3.687 trasportatori, 1.677 elettricisti e 1.630 falegnami. Nel settore alimentare chiudono 1.445 panetterie, mentre meccanici e idraulici calano rispettivamente di 1.237 e 1.227 unità.

Il cambiamento rispecchia l’evoluzione dei consumi: secondo l’Istat, i piccoli negozi al dettaglio continuano a perdere terreno (-1,7% a giugno), mentre il commercio elettronico cresce del 4,1% e la grande distribuzione del 3,4%.

A trainare la nuova ondata imprenditoriale sono soprattutto giovani, donne e stranieri. Le imprese femminili guidano la crescita in settori come estetica (+11%) e trasporto con taxi (+14,8%), ma soffrono nelle attività tradizionali come lavanderie (-10%) e confezioni su misura (-8,3%). Gli under 35 si distinguono negli ambiti più innovativi, con un +15,6% tra gli specialisti informatici e +11,1% tra i tassisti, ma registrano crolli tra confezionisti (-31,6%) e falegnami (-26,7%). Gli imprenditori stranieri, invece, segnano incrementi record tra tassisti (+28,4%) e professionisti IT (+29,2%).

Per Andrea Prete, presidente di Unioncamere, il futuro del settore sarà condizionato anche dal contesto geopolitico: “L’incertezza internazionale e le tariffe statunitensi pesano e peseranno”, avverte, pur riconoscendo la capacità delle aziende italiane di diversificare i mercati di sbocco.

Tra le leve per sostenere questa transizione, Prete indica il potenziamento di infrastrutture e logistica, l’estensione della Zes unica e il rafforzamento degli incentivi agli investimenti – come il piano Industria 4.0 – applicandoli anche all’export. L’artigianato italiano, dunque, è a un bivio: innovare e digitalizzarsi per intercettare le nuove opportunità, oppure rischiare di rimanere ai margini di un’economia sempre più globale e tecnologica.

Rinnovo Patente? Facile ed Economico

Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet