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Che cos’è Jackson Hole e perché decide il futuro dell’economia mondiale
In una valle remota del Wyoming, a due passi dal Parco di Yellowstone, si decide il destino dell’economia globale. Non è un’esagerazione. Da oltre quarant’anni Jackson Hole ospita il simposio più influente al mondo in materia di politica monetaria, quello organizzato dalla Federal Reserve Bank di Kansas City. Non si tratta di una conferenza qualsiasi: è un appuntamento dove banchieri centrali, economisti, politici e accademici selezionatissimi si ritrovano lontano dalle pressioni quotidiane per confrontarsi sulle grandi sfide economiche del momento.
Quest’anno l’appuntamento sarà ancora più importante. Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell salirà, per l’ultima volta, sul palco del simposio annuale in un momento storico in cui gli investitori e soprattutto l’amministrazione Trump attendono col fiato sospeso che la banca centrale allenti presto i tassi di interesse. L’intervento di Powell dovrebbe fornire indicazioni sulla possibilità che la Fed ammorbidisca la sua linea e proceda a un taglio dei tassi, che da dicembre restano fermi tra il 4,25% e il 4,5%.
Quest’anno poi c’è anche la variabile politica, sempre più ingombrante. Powell negli ultimi mesi è stato bersaglio di attacchi diretti da parte di Trump, che lo ha bollato come “sempre troppo tardi” nel prendere decisioni. Un pressing che non riguarda solo i tassi, ma anche il futuro della Fed stessa: il mandato di Powell scade nel 2026 e alla Casa Bianca già circolano i nomi dei possibili successori, da veterani della banca centrale a ex consiglieri economici presidenziali. È partito insomma il “toto-Fed”, e il simposio rischia di diventare anche una vetrina per misurare il peso politico dei candidati.
Il luogo non è scelto a caso: l’isolamento, il silenzio delle montagne e l’atmosfera rarefatta dei duemila metri. Dal 1978 a oggi, Jackson Hole ha visto passare discorsi e decisioni che hanno orientato i mercati come poche altre occasioni. Nel 2020 Jerome Powell annunciò da qui il cambio di paradigma sulla politica monetaria post-pandemia, introducendo nuovi criteri sull’inflazione e sull’occupazione. Due anni dopo, sempre lui, usò lo stesso palco per annunciare la brusca sterzata restrittiva, anticipando tassi più alti e dolorosi per combattere un’inflazione fuori controllo. Ecco perché ogni parola pronunciata a Jackson Hole viene soppesata dai mercati finanziari come fosse oro.
La verità è che al di là dei dati, la politica monetaria vive anche di aspettative e di credibilità. Powell lo sa bene: le parole dette qui devono combaciare con le mosse successive, altrimenti rischiano di ritorcersi contro. In fondo, è per questo che ogni estate gli occhi del mondo si puntano su una valle sperduta del Wyoming: perché da qui, tra pini e montagne, si scrive il copione dell’economia globale.
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